sabato 28 marzo 2015
Il contrasto
DAL SITO
Il contrasto, testo e foto by Juza.
Il contrasto è una delle prime cose che modifico in fase di elaborazione: è un aspetto essenziale di ogni immagine. Se la foto è eccessivamente contrastata appare troppo "dura"; d'altra parte, se non c'è abbastanza contrasto ha un aspetto piatto, velato. Utilizzare al meglio le tecniche per migliorare il contrasto, sia nell'intera immagine che selettivamente, è il primo passo per migliorare le vostre foto.
I levels, livelli di luminositàLo strumento più importante per migliorare il contrasto e la luminosità di ogni foto è sono i livelli, detti anche 'valori tonali'. In passato utilizzavo lo strumento Levels, Image > Adjustments > Levels (Valori Tonali, Immagine > Regolazioni > Valori Tonali), ma attualmente utilizzo lo strumento Curves, Image > Adjustments > Curves (Curve, Immagine > Regolazioni > Curve) che permette di regolare sia le curve che i valori tonali. Questa finestra mostra un istogramma della foto, due controlli (i triangoli nero e bianco sotto il grafico) e una linea diagonale che permette di modificare la curva di luminosità; prima di tutto, analizzeremo i livelli, che sono la parte composta dall'istogramma e dai cursori triangolari. L'istogramma viene mostrato in una scala 0-255, anche se lavorando su un'immagine a 16 bit avete in realtà 4096 livelli di luminosità invece di 255.
Spostando i controlli triangolari, modificate sia il contrasto che la luminosità della foto. I due controlli corrispondono a nero (0) e bianco (255). Se spostate il punto di nero verso destra di, per esempio, 30 livelli di luminosità, tutti i dati tra 0 e 30 verranno eliminati, e il livello 30 diventa il nuovo punto di nero (i pixel che avevano una luminosità di 30 vengono scuriti a 0): la foto diventa più contrastata e più scura. Se, invece, spostate il controllo bianco verso sinistra, la foto diventa più contrastata e più luminosa.
I Levels sono molto utili quando avete un istogramma che non tocca le estremità (cioè quando ci sono delle zone vuote tra l'estremità del grafico e il lato della finestra istogramma). In queste situazioni, la foto manca di contrasto e ha un aspetto piatto, velato. Spostando i controlli bianco e nero verso le estremità dell'istogramma, potete tagliare via le zone vuote, migliorando il contrasto dell'immagine. Se confrontate l'istogramma della foto prima e dopo la correzione di Levels, potete vedere chiaramente che nella foto precedente i dati erano "compressi" nell'area dei toni medi, e c'erano ampie zone vuote tra le estremità del grafico e i lati della finestra. Nella seconda immagine, invece, le estremità dell'istogramma toccano i lati, e il grafico è molto più distribuito lungo tutta la gamma di luminosità, da nero a bianco.
A sinistra: l'immagine prima della correzione e il relativo istogramma. A destra: l'immagine e l'istogramma dopo la regolazione di contrasto.
Non c'è bisogno di spostare sempre i controlli bianco e nero esattamente in corrispondenza con le estremità dell'istogramma - a seconda della foto e dei vostri gusti personali, potete lasciare un pò di spazio vuoto tra i controlli e l'istogramma, per mantenere un aspetto un pò soft, a basso contrasto; al contrario, potete anche tagliare parte dell'estremità dell'istogramma, per creare un contrasto molto marcato, in stile "Velvia".
In alcuni casi, non è possibile ottenere un contrasto perfetto senza perdere un pò di dati. Un esempio sono soggetti che hanno aree bianche: se spostate i controlli verso le estremità dell'istogramma il contrasto viene migliorato, ma la foto ha ancora bisogno di "qualcosa in più", e se invece spostare i controlli verso il centro dell'istogramma finchè la foto nel suo complesso ha un buon contrasto, le aree bianche diventano bianco puro, senza dettaglio (perchè avete tagliato via alcuni dati d'immagine dall'istogramma).
La soluzione è utilizzare la Layer Mask (Maschera di livello) to evitare di applicare l'aumento del contrasto sulle aree più chiare: fate una copia della foto su un secondo layer, che potete rinominare come "copia per i bianchi", quindi nascondete il layer (deselezionate l'icona dell'occhio) e ritornate sul livello sfondo. Migliorate il contrasto finchè l'intera foto ha un aspetto piacevole - non preoccupatevi se qualche area chiara diventa bianca. Quando siete soddisfatti dai risultati, rendete nuovamente visibile e selezionate il layer "copia per i bianchi" e applicate la Layer Mask "Hide All" (Maschera di livello "Nascondi tutto"). Selezionate un pennello che abbia approssimativamente le stesse dimensioni delle zone bianche, e impostate la hardness (durezza) su 0%. A questo punto, non dovete far altro che "dipingere" sulle aree bianche per recuperare il dettaglio dal layer "copia per i bianchi". Potete usare lo stesso procedimento anche per le ombre, se sono diventate troppo scure dopo aver aumentato il contrasto. Fate molta attenzione ai bordi: dovete creare una transizione graduale tra le aree di differente luminosità, e dovete evitare di creare artefatti, come aloni chiari o scuri.
Le curve
A destra: La foto prima della regolazione di curves, il contrasto non è ancora ottimale A sinistra: la foto dopo la regolazione di curve.
Anche se le regolazioni sui valori tonali permettono di migliorare ampiamente la foto, spesso non sono abbastanza ed è necessario fare anche qualche regolazione sulle curve. Questa operazione può essere fatta tramite la finestra Curves (Curve) che abbiamo già aperto per regolare i valori tonali. La linea diagonale nella finestra curve rappresenta la luminosità; nell'angolo in basso a sinistra c'è il nero, al centro ci sono i toni medi e in alto a destra le alte luci. Utilizzo spesso la cosiddetta "curva a S": per migliorare il contrasto, cliccata sulla parte inferiore della linea e abbassatela un pò, quindi cliccate sulla parte superiore della linea e trascinatela un pò in alto.
Le curves sono uno strumento versatile che può essere utilizzato in modi diversi per vari risultati, ma io le utilizzo solo per regolare il contrasto. In pratica, con la finestra Curve per prima cosa faccio la regolazione principale di contrasto modificando i livelli di luminosità (cioè tagliando le parti vuote del grafico), quindi faccio la regolazione fine di contrasto (applicando la curva a S alla linea diagonale). Non utilizzo mai le curve per schiarire le ombre (con una curva a "S" inversa), perchè l'immagine perde eccessivamente di contrasto, e diventa troppo smorta: ci sono modi migliori per estrarre dettaglio dalle ombre e dalle alte luci, come lo strumento "Shadow/Highlights" (Ombre/Luci) o correzioni selettive con layer e layer mask.
Lo strumento Shadow/HighlightLo strumento S/H (Ombre/Luci) permette di estrarre molto dettaglio dalle ombre e dalle alte luci. Cliccate su Image > Adjustment > Shadow/Highlight (Immagine > Regolazioni>Ombre/Luci) per aprire la finestra e selezionate "Show More Options" (Mostra altre opzioni). Ci sono numerosi controlli, ma quelli che io utilizzo maggiormente sono solo due: Amount (Quantità) e Tonal Width (Ampiezza tonale).
Nella tabella Shadow (Ombre), il Tonal Width definisce la gamma di luminosità che viene considerata "ombra", e Amount determina quanto si schiariscono le ombre. I valori di partenza (50% per entrambi i controlli) sono decisamente troppo alti: se utilizzate queste impostazioni, le ombre diventano molto luminose e dettagliate, ma la foto perde contrasto e i colori diventano pessimi. Quando uso lo strumento S/H, in genere imposto Amount su 5-10%, e Tonal Width su un valore tra 10 e 30%: le percentuali esatte dipendono dall'immagine. Un'alternativa, se volete schiarire l'intera immagine, è impostare Amount su 1-2% e Tonal Width su 80-100%: con questi valori, invece di schiarire le ombre, si schiarisce leggermente l'intera immagine.
La tabella Highlight (Luci) funziona in modo simile: Tonal Width definisce la gamma di luminosità che viene considerata "alte luci", e Amount determina quanto vengono rese più scure le luci. In genere, imposto Tonal Width su 10-30%, e Amount su 10-50%, a seconda della foto. Anche in questo caso, bisogna fare attenzione a non esagerare con l'effetto, altrimenti si hanno artefatti e colori poco piacevoli. In qualche caso, utilizzo gli strumenti Highlight con valori diversi (Tonal Width su 70-90%, e Amount su 1-5%): queste impostazioni scuriscono un pò l'intera immagine e possono migliorare colore e contrasto.
Lo strumento S/H è molto efficace, ma tende a creare aloni: fate molta attenzione ai bordi, in particolare se ci sono ampie zone uniformi. Se notate un alone, potete ridurre i valori di Amount e Tonal Width, oppure potete utilizzare la Layer Mask per evitare di applicare la correzione S/H ai bordi del soggetto. Inoltre, ricordatevi che schiarire l'immagine aumenta il rumore: se la foto è scattata ad alte sensibilità, in genere la quantità di correzione S/H che potete utilizzare è limitata dal rumore.
Contrasto locale con la Unsharp Mask
In genere, la Unsharp Mask, Filter > Sharpen > Unsharp Mask (Maschera di Contrasto, Filtri > Nitidezza > Maschera di Contrasto) viene utilizzata per migliorare la nitidezza della foto. Tuttavia, si può utilizzare questo strumento anche per migliorare il contrasto della foto. Non è un'alternativa a Levels o Curves e non la uso spesso, ma in qualche caso aiuta a migliorare l'immagine dopo aver fatto le correzioni di base del contrasto.
Per utilizzare la Unsharp Mask per migliorare il contrasto, impostate Threshold (Soglia) su 0, Radius (Raggio) su 20-40 pixels e Amount (Fattore) su un valore tra 15% e 30%. Con queste impostazioni, la Unsharp Mask migliora il contrasto locale invece della nitidezza; un positivo "effetto collaterale" è che anche i colori diventano un pò più intensi. Anche se in genere non c'è una differenza giorno/notte tra la foto prima e dopo la correzione, questa tecnica aiuta a migliorare l'immagine; nell'esempio qui sopra potete vedere come i toni medi sono più contrastati, i colori sono più intensi e il dettaglio appare più nitido.
Questa tecnica funziona abbastanza bene quando la foto non ha zone molto chiare o molto scure; le foto che hanno principalmente tonalità medie sono quelle che più beneficiano dal miglioramento del contrasto locale. Lo svantaggio principale di questa tecnica sono gli aloni - se ci sono bordi ben distinti e aree uniformi (per esempio un cielo blu limpido), il contrasto locale può creare alcuni aloni. Per evitare questi artefatti, quando necessario applico il contrasto locale con la Layer Mask, evitando i bordi.
Migliorare il contrasto e la luminosità dell'occhio e della catchlight
L'occhio del soggetto è uno degli elementi chiave della foto: tuttavia, in certi casi l'occhio non si distingue chiaramente come dovrebbe. Succede spesso nelle foto in controluce o semicontroluce, ma anche foto scattate col sole alle spalle in alcuni casi possono beneficiare da una correzione di contrasto sull'occhio. In genere, è necessario aumentare contrasto e luminosità selettivamente, sfruttando la Layer Mask.
Per migliorare l'occhio, faccio una copia dell'immagine su un secondo layer, che rinomino come "correzione occhio", e aumento il contrasto con le curve, portanto il punto di nero leggermente verso destra e il punto di bianco molto a sinistra, finché l'occhio è chiaramente più luminoso e ha un colore più intenso. Non preoccupatevi se il resto della foto diventa eccessivamente contrasto - aumentate il contrasto guardando solo l'occhio. Quando avete migliorato l'occhio, applicate la Layer Mask 'Hide All' (Maschera di Livello 'Nascondi Tutto') e selezionate un pennello piccolo (il diametro del pennello dovrebbe essere circa la metà del diametro dell'occhio), con durezza attorno all'60-70%. Pennellate con attenzione sull'occhio, prestando molta cura ai bordi: è facile creare degli artefatti se non siete precisi con la maschera, anche se è possibile correggere gli errori invertendo il colore del pennello da bianco a nero, e dipingendo nuovamente sopra gli artefatti.
L'ultimo passo è controllare i risultati. Selezionate e selezionate l'icona di visibilità del layer "correzione occhio", per confrontare il prima e il dopo. Dopo il miglioramento, l'occhio deve essere più luminoso e più saturo, ma non deve apparire innaturale, neppure all'ingrandimento 100%. Se vi accorgete che avete esagerato col contrasto, riducete l'opacità del layer "correzione occhio" finchè l'immagine appare migliorata, ma comunque naturale. Unite i layer per concludere l'elaborazione.
In altre occasioni, l'intero occhio non ha bisogno di miglioramenti, ma potete migliorare la cosidetta "catchlight", cioè la piccola luce riflessa che spesso appare negli occhi dei vostri soggetti - in genere, è un riflesso del sole, ma potete crearla anche in ombra o in giorni nuvolosi con un leggero lampo di flash. Anche se la catchlight è solo un dettaglio, solitamente non più grande di qualche pixel, è abbastanza importante, perchè dà più vita al vostro soggetto.
E' raro fotografare un animale senza neppure una piccola catchlight, ma in qualche caso il riflesso è troppo piccolo o troppo poco luminoso, e può essere migliorato per dare più forza alla foto. La mia tecnica è semplice: seleziono lo strumento Dodge (Scherma) con un pennello leggermente più ampio della catchlight e durezza 70-80%, imposto Range (Intervallo) su "highlights" ed Exposure (Esposizione) su 50%.
Per schiarire e ingrandire la catchlight, clicco varie volte sul riflesso, finchè sono soddisfatto dai risultati. Ricordatevi che in natura la catchlight non è mai perfettamente rotonda come il pennello di Photoshop - per mantenere un aspetto naturale, dovete cambiare la posizione del pennello di pochi pixel tra un click e l'altro, per mantere una forma un pò irregolare. Inoltre, ricordatevi che dopo il miglioramento la catchlight dovrebbe essere un poco più grande, non molto più grande, altrimenti appare chiaramente artificiosa. Se l'occhio non mostra alcuna cathchlight (come può capitare in alcune foto in controluce), non consiglio di clonare una catchlight da un'altra foto o di crearla con Photoshop; è meglio lasciarlo così com'è, altrimenti appare poco naturale.
sabato 21 marzo 2015
Le foto più belle dell’eclissi di sole
DAL BLOG................
Un’eclissi di Sole è iniziata venerdì alle 9:20 del mattino in Italia (con variazioni di orario dell’eclissi a seconda del luogo in cui è stata osservata) ed è proseguita fino alle 11:40 circa. L’evento era dovuto al passaggio della Luna tra Sole e Terra: il disco solare è rimasto coperto per alcuni minuti impedendo alla nostra stella di illuminare il pianeta come avviene normalmente. Oltre a essere molto suggestiva per chi la osserva, nuvole permettendo, un’eclissi permette di solito agli astronomi di osservare meglio alcune caratteristiche del Sole per comprenderne meglio il funzianamento.
Funchal, Portogallo
(Ross Kinnaird/Getty Images)
Monaco, Germania
(Alexander Hassenstein/Getty Images)
Firenze, Italia
Un fotografo in piazzale Michelangelo
(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
Zurigo, Svizzera
(EPA/ENNIO LEANZA)
Monaco, Germania
Bambini osservano l'eclissi con gli appositi occhialini protettivi.
(Joerg Koch/Getty Images)
Quando si è verificata l’eclissi solare
Il massimo dell’eclissi di Sole in Italia è stato raggiunto intorno alle 10:30, quando il disco solare è apparso coperto al 50 per cento nel sud e quasi fino al 70 per cento al nord. L’eclissi è stata totale molto più a nord in Europa: tra i posti dove è stata osservabile più facilmente ci sono state le isole Fær Øer, l’arcipelago tra Islanda, Norvegia e Scozia, e le Isole Svalbard, l’insieme di isole norvegesi nel mare Glaciale Artico.
Come si osserva l’eclissi solare
L’osservazione diretta del Sole può causare danni irreversibili alla vista, quindi non si deve fissare il disco solare senza protezioni (sul serio). Nei negozi di giocattoli educativi si trovano kit per le osservazioni delle eclissi, contenenti occhiali protettivi che permettono di guardare il Sole in sicurezza e senza brutte sorprese per la vista. Se volete spendere qualche soldo in meno potete acquistare un vetrino da saldatore in ferramenta: verificate che abbia una schermatura 14, per essere sicuri che sia sufficiente per proteggere la vista.
Se non avete la possibilità di procacciarvi filtri per guardare l’eclissi, potete ricorrere ad altri metodi per osservarla indirettamente. Il più facile di tutti: prendete un cartoncino e foratelo al centro con la punta di una penna a sfera, tenetelo in una mano e orientatelo verso il Sole; con l’altra mano libera prendete un foglio bianco e tenendolo a distanza dal cartoncino mettetelo nella sua ombra. Vedrete apparire sul foglio un puntino luminoso, dovuto alla luce che passa attraverso il foro sul cartoncino. Aggiustate la distanza tra foglio e cartoncino per metterlo a fuoco e noterete che, man mano che procede l’eclissi, il puntino luminoso cambia e viene in parte oscurato. In pratica state proiettando l’immagine del Sole sul foglio.
Per vedere ancora meglio l’eclissi solare con questo sistema potete anche costruire una piccola camera oscura con una vecchia scatola. Il principio è più o meno lo stesso del cartoncino, ma in questo il puntino luminoso diventa più evidente perché la scatola impedisce l’ingresso della luce ambientale.
Plymouth, Regno Unito
(GEOFF CADDICK/AFP/Getty Images)
Svalbard, Norvegia
(AP Photo/Haakon Mosvold Larsen, NTB Scanpix)
Milano, Italia
(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Monaco, Germania
(Alexander Hassenstein/Getty Images)
Firenze, Italia
Un fotografo in piazzale Michelangelo
(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
Zurigo, Svizzera
(EPA/ENNIO LEANZA)
Monaco, Germania
Bambini osservano l'eclissi con gli appositi occhialini protettivi.
(Joerg Koch/Getty Images)
Quando si è verificata l’eclissi solare
Il massimo dell’eclissi di Sole in Italia è stato raggiunto intorno alle 10:30, quando il disco solare è apparso coperto al 50 per cento nel sud e quasi fino al 70 per cento al nord. L’eclissi è stata totale molto più a nord in Europa: tra i posti dove è stata osservabile più facilmente ci sono state le isole Fær Øer, l’arcipelago tra Islanda, Norvegia e Scozia, e le Isole Svalbard, l’insieme di isole norvegesi nel mare Glaciale Artico.
Come si osserva l’eclissi solare
L’osservazione diretta del Sole può causare danni irreversibili alla vista, quindi non si deve fissare il disco solare senza protezioni (sul serio). Nei negozi di giocattoli educativi si trovano kit per le osservazioni delle eclissi, contenenti occhiali protettivi che permettono di guardare il Sole in sicurezza e senza brutte sorprese per la vista. Se volete spendere qualche soldo in meno potete acquistare un vetrino da saldatore in ferramenta: verificate che abbia una schermatura 14, per essere sicuri che sia sufficiente per proteggere la vista.
Se non avete la possibilità di procacciarvi filtri per guardare l’eclissi, potete ricorrere ad altri metodi per osservarla indirettamente. Il più facile di tutti: prendete un cartoncino e foratelo al centro con la punta di una penna a sfera, tenetelo in una mano e orientatelo verso il Sole; con l’altra mano libera prendete un foglio bianco e tenendolo a distanza dal cartoncino mettetelo nella sua ombra. Vedrete apparire sul foglio un puntino luminoso, dovuto alla luce che passa attraverso il foro sul cartoncino. Aggiustate la distanza tra foglio e cartoncino per metterlo a fuoco e noterete che, man mano che procede l’eclissi, il puntino luminoso cambia e viene in parte oscurato. In pratica state proiettando l’immagine del Sole sul foglio.
Per vedere ancora meglio l’eclissi solare con questo sistema potete anche costruire una piccola camera oscura con una vecchia scatola. Il principio è più o meno lo stesso del cartoncino, ma in questo il puntino luminoso diventa più evidente perché la scatola impedisce l’ingresso della luce ambientale.
Plymouth, Regno Unito
(GEOFF CADDICK/AFP/Getty Images)
Svalbard, Norvegia
(AP Photo/Haakon Mosvold Larsen, NTB Scanpix)
Milano, Italia
(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Bruxelles, Belgio
(© Eric Lalmand/Belga/ZUMA Wire)
Milano, Italia
(Marta Cantoni - Il Post)
Evitate qualsiasi altro sistema alternativo, come per esempio quello di annerire un vetro con il fumo o utilizzare semplici occhiali da Sole. Questi sistemi non impediscono ai raggi solari di colpire gli occhi e possono causare seri danni.
La scienza dell’eclissi solare
Nei luoghi in cui l’eclissi è stata totale, la Luna ha coperto il disco solare per circa due minuti e mezzo. L’eclissi è la nona a essere totale dal 2000 a oggi e fa parte di “Saros 120″, il ciclo di 71 eclissi che si verificano a 18 anni, 10 giorni e 8 ore di distanza l’una dall’altra (alcuni intervalli, in cui sono presenti più anni bisestili, durano invece 18 anni, 11 giorni e 8 ore). L’attuale ciclo Saros 120 è iniziato il 27 maggio dell’anno 933 e si concluderà il 7 luglio 2195.
Milano, Italia
(Giulia Pollini)
Milano, Italia
(AP Photo/Luca Bruno)
Vienna, Austria
(EPA/ROLAND SCHLAGER)
Nicosia, Cipro
(AP Photo/Petros Karadjias)
Sofia, Bulgaria
(EPA/VASSIL DONEV)
Milano, Italia
(ANSA / MATTEO BAZZI)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Budapest, Ungheria
(EPA/TAMAS SOKI)
Torino, Italia
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Greenwich, Regno Unito
(EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA)
Barcellona, Spagna
(AP Photo/Emilio Morenatti)
Sarajevo, Bosnia
(AP Photo/Amel Emric)
Cagliari, Italia
(ANSA / GIUSEPPE UNGARI)
Milano, Italia
(AP Photo/Antonio Calanni)
Milano, Italia
(Marta Cantoni - Il Post)
Evitate qualsiasi altro sistema alternativo, come per esempio quello di annerire un vetro con il fumo o utilizzare semplici occhiali da Sole. Questi sistemi non impediscono ai raggi solari di colpire gli occhi e possono causare seri danni.
La scienza dell’eclissi solare
Nei luoghi in cui l’eclissi è stata totale, la Luna ha coperto il disco solare per circa due minuti e mezzo. L’eclissi è la nona a essere totale dal 2000 a oggi e fa parte di “Saros 120″, il ciclo di 71 eclissi che si verificano a 18 anni, 10 giorni e 8 ore di distanza l’una dall’altra (alcuni intervalli, in cui sono presenti più anni bisestili, durano invece 18 anni, 11 giorni e 8 ore). L’attuale ciclo Saros 120 è iniziato il 27 maggio dell’anno 933 e si concluderà il 7 luglio 2195.
Milano, Italia
(Giulia Pollini)
Milano, Italia
(AP Photo/Luca Bruno)
Vienna, Austria
(EPA/ROLAND SCHLAGER)
Nicosia, Cipro
(AP Photo/Petros Karadjias)
Sofia, Bulgaria
(EPA/VASSIL DONEV)
Milano, Italia
(ANSA / MATTEO BAZZI)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Budapest, Ungheria
(EPA/TAMAS SOKI)
Torino, Italia
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Greenwich, Regno Unito
(EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA)
Barcellona, Spagna
(AP Photo/Emilio Morenatti)
Sarajevo, Bosnia
(AP Photo/Amel Emric)
Cagliari, Italia
(ANSA / GIUSEPPE UNGARI)
Milano, Italia
(AP Photo/Antonio Calanni)
St Austell, Regno Unito
(Ben Birchall/PA Wire Lapresse)
L’eclissi ha avuto anche un’importante rilevanza scientifica: nei due minuti e 46 secondi in cui la Luna è stata tra Sole e Terra gli scienziati hanno potuto studiare la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Huw Morgan, ricercatore dell’Aberyswyth Univeristy, spiega, intervistato dalGuardian, che quello della corona solare è “uno dei più grandi misteri dell’astronomia” in quanto, seppur lontana dalla superficie del Sole, la corona raggiunge temperature molto più alte. Mentre la superficie solare ha una temperatura media di quasi 5mila gradi centigradi, la corona ha una temperatura media di un milione di gradi centigradi.
(Ben Birchall/PA Wire Lapresse)
L’eclissi ha avuto anche un’importante rilevanza scientifica: nei due minuti e 46 secondi in cui la Luna è stata tra Sole e Terra gli scienziati hanno potuto studiare la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Huw Morgan, ricercatore dell’Aberyswyth Univeristy, spiega, intervistato dalGuardian, che quello della corona solare è “uno dei più grandi misteri dell’astronomia” in quanto, seppur lontana dalla superficie del Sole, la corona raggiunge temperature molto più alte. Mentre la superficie solare ha una temperatura media di quasi 5mila gradi centigradi, la corona ha una temperatura media di un milione di gradi centigradi.
domenica 15 marzo 2015
Cinque passi per migliorare le vostre foto
DAL SITO...........................
Cinque passi per migliorare le vostre foto
Avete appena preso la vostra prima reflex, ma non siete soddisfatti dai risultati ottenuti? Anche se serve un certo tempo per raggiungere i livelli più alti, ci sono alcune cose che possono migliorare immediatamente le vostre foto - in questo articolo, ho elencato i cinque suggerimenti che considero più importanti per migliorare i vostri risultati!
Leggere il manuale della reflexMolti fotografi - a volte anche professionisti - non sfruttano al massimo il potenziale della loro fotocamera perchè non sanno utilizzare bene alcune funzionalità, o non sanno neppure che esistono certe possibilità. Quando compro una nuova reflex, leggo sempre l'intero manuale - certamente, sarei in grado di utilizzarla anche senza leggere il manuale, ma perderei molto utili funzionalità.
Inoltre, se non conoscete bene la vostra reflex in certi casi potreste pensare che non funziona bene o abbia difetti, mentre in realtà siete voi che non la state usando nel modo giusto. Alcune lamentele comuni sono:
L'autofocus non è preciso: anche se può capitare che ci sia qualche reflex difettosa con problemi di AF, in genere il 90% degli errori di messa a fuoco sono dovuti al fotografo. Leggete con attenzione le pagine riguardo l'AF e fate attenzione a centrare il soggetto (o l'area su cui volete mettere a fuoco) in uno dei punti AF. Ricordate che l'autofocus non è perfetto - non ci si può aspettare di ottenere dieci nitide su dieci, in particolare se si fotografa un soggetto in rapido movimento.
Le immagini hanno dominanti di colore (o: la reflex del mio amico dà colori migliori): solitamente le dominanti sono una conseguenza di errori nel bilanciamento del bianco; per quanto mi riguarda, utilizzo sempre Bilanciamento Automatico e non mi preoccupo delle dominanti, perchè al momento della conversione RAW si può regolare il bilanciamento per ottenere colori perfetti. Un'altra lamentela che senso spesso è "quella reflex Canon/Nikon/ecc dà colori molto migliori della mia". Tutte le reflex attualmente in commercio danno buoni colori; quello che conta veramente non è la reflex, ma buone tecniche di elaborazione - se elaborate bene i vostri file RAW, potete ottenere colori eccellenti con qualsiasi reflex.
Le foto sono poco nitide: numerosi fotografi che sono passati da una compatta a una reflex pensano che le foto siano soffici. Il motivo è che le compatte spesso applicano una forte maschera di contrasto alle foto, mentre le DSLR di solito applicano meno ritocchi alle foto; questa è una cosa positiva, dato che una foto meno ritoccata ha meno artefatti ed è più "personalizzabile" da parte del fotografo. Potete ottenere la massima nitidezza scattando in RAW e con una buona elaborazione; ovviamente, servono anche buoni obiettivi e buone tecniche (la foto deve essere ben a fuoco, e dovete usare il treppiede o un tempo di scatto veloce per evitare il mosso).
Le foto sono sottoesposte o sovraesposte: alcune fotocamere digitali tendono veramente a sottoesporre o sovraesporre leggermente, se vengono usato in esposizione automatica. Vi consiglio di imparare le basi dell'esposizione, in particolare l'utilizzo dell'istogramma: una volta che ne comprenderete il funzionamento, riuscirete ad ottenere sempre foto correttamente esposte.
Le reflex sono uno strumenti molto versatili e sofisticati, ed il tempo che passerete leggendo il manuale sarà ripagato da splendide immagini.
Comprendere composizione, luce e sfondoPer imparare bene il lato tecnico e artistico della fotografia, vi consiglio di leggere gli articoli nella sezione Fotografia Naturalistica. Ma se non sapete da dove cominciare, cercate di ricordare questa linee guida di base:
Composizione: non mettete il soggetto (o la linea dell'orizzonte) nel centro dell'immagine: foto centrata spesso hanno un aspetto statico. Dovreste invece usare composizioni asimmetriche: se il soggetto è un fiore o un animale, lasciate più spazio in fronte ad esso che dietro; se state fotografando un paesaggio, inquadrate 2/3 di terra e 1/3 di cielo (o viceversa); e cos ì via.
Animali - angolo di inquadratura: uno degli errori più comuni dei principianti è scattare le foto di animali e piante stando in piedi. In genere, le foto cos ì ottenute hanno una prospettiva "dall'alto al basso" e un aspetto molto amatoriale. Se volete migliorare le vostre immagini, dovete abbassavi: la fotocamera dovrebbe essere alla stessa altezza dell'occhio del soggetto, o addirittura più in basso.
Luce: la luce cambia durante il giorno. Nel mattino presto o nel tardo pomeriggio c'è la luce migliore per le foto; una luce calda, "dolce". Le ore centrali del giorno, invece, hanno una luce bianca e dura: non sono certo l'ideale.
Sfondo: lo sfondo è un elemento molto importante di un'immagine: di solito, dovrebbe essere il più semplice e "pulito" possibile, altrimenti distrae l'attenzione dal soggetto. Il modo più semplice per ottenere uno sfondo piacevole è usare una lunga focale e un diaframma aperto.
Imparare dagli altri fotografiUno dei metodi più efficaci per migliorare le vostre foto è ricevere i consigli e le critiche di altri fotografi, ed osservare le loro immagini. Questo è uno dei motivi per cui ho creato il forum! Sul forum potete inviare le vostre immagini per ricevere consigli costruttivi; potete anche vedere e commentare le immagini di altri fotografi. Questa è un'ottima opportunità per imparare e per conoscere altri appassionati di fotografia. Se non siete ancora iscritti, vi consiglio di cuore di iscrivervi al Forum JuzaPhoto!
Prima e dopo: una buona elaborazione fa una grande differenza.
Imparare come elaborare bene le fotoBuone tecniche di elaborazione sono essenziali per ottenere i risultati migliori. Molti fotografi, anche professionsti, hanno tecniche di elaborazione molto approssimative, quindi non sono in gradi di ottimizzare immagini che altrimenti sarebbero fantastiche. Vi consiglio l'acquisto di Adobe Photoshop CS4 (o Photoshop Elements se il CS4 non rientra nel budget) e di imparare a sfruttarlo per le fotografie naturalistiche - molto tecniche di elaborazione sono descritte qui su JuzaPhoto, e sul web troverete anche tanti altri siti che insegnano a usare PS.
Utilizzare la giusta attrezzaturaSe avete un budget limitato, vi consiglio di investire in obiettivi, invece che comprare una reflex costosa: un'economica Canon 500D con un buon obiettivo dà risultati migliori di una Canon 1DsIII con un obiettivo scadente!
Che cos'è un "buon" obiettivo? Uno zoom 70-300mm costa meno di 200 euro ed è più leggero e versatile di un 300mm f2.8, che costa dieci volte tanto (oltre 3000 euro). Nonostante ciò, un professionista è disposto a spendere tale cifra per avere una pesante focale fissa 300 f/2.8 : perchè? Entrambi gli obiettivi raggiungono la focale di 300mm, quindi otterrete esattamente lo stesso ingrandimento, ma le immagini scattate col 300 f/2.8 sono nitidissime e ricche di dettaglio, mentre quelle scattate col 70-300 sono molto più soffici. Inoltre, il 300 2.8 ha un AF molto migliore, stabilizzazione e superiore qualità costruttiva.
Ovviamente, questo è un esempio estremo; non c'è bisogno di spendere una cifra esagerata, ci sono anche alcuni obiettivi di qualità ad un prezzo accettabile. Al giorno d'oggi, anche alcuni obiettivi economici, come il Canon 18-55 IS (130 Euro) hanno buona qualità d'immagine: se siete interessati a un obiettivo e volete sapere se vale quello che costa, vi consiglio di leggere le recensioni che trovate su JuzaPhoto e su molti altri siti, e di chiedere sul forum per ricevere opinioni di chi già lo possiede.
Oltre agli obiettivi, un'altra cosa che può fare una grande differenza è il treppiede. Il treppiede è un grande aiuto per ottenere immagini nitide. Se scattate impugnando a mano la fotocamera, in varie occasioni dovrete usare diaframmi aperti o alte sensibilità per avere un tempo di scatto abbastanza veloce da eliminare i vostri movimenti; spesso il risultato sono foto con profondità di campo insufficente e qualità d'immagine compromessa dal rumore.
Con un treppiede, invece, la vostra unica preoccupazione sono i movimenti del soggetto; per il resto, avete la libertà di scegliere il tempo di scatto e il diaframma che preferite; inoltre potete usare la sensibilità ISO più bassa. Il risultato sono foto nitide e prive di rumore.
domenica 1 marzo 2015
La mia Tornado Alley
dal sito..............................................
La mia Tornado Alley, testo e foto by Eddy9000.
Fin da piccolo sono stato sempre affascinato dai temporali, dalla pioggia e dai fulmini, quando c'era anche una piccola tempesta io stavo sempre affacciato alle finestre cercando qualche volta di scattare al volo delle foto ai fulmini, ma sfortunatamente, senza successo.
Il mio approccio alla fotografia è avvenuto grazie alla passione per i fenomeni atmosferici: mi regalarono infatti una Minolta 404si a pellicola che fu la mia prima reflex con la quale scattavo foto ai temporali, formazioni nuvolose particolari, un cielo minaccioso, un bel tramonto, ma senza un minimo di tecnica o composizione, scattavo così, tanto per il gusto di farlo ma purtroppo all'epoca non c'erano la memory card, e il conto per lo sviluppo di pellicole da 36 era salato!
Nel 2004 mio padre acquistò una Nikon D70 in kit così iniziai ad allontanarmi un pochino dalla pellicola ed iniziai a sperimentare le fotografia digitale, ed è ovvio che mi si aprì un mondo nuovo, ed iniziai non solo a scattare una mole di foto superiore alla precedente, ma mi avvicinai anche a letture e testi di fotografia cercando di migliorare quelle che erano le mie foto. Ho iniziato così ad approcciare alla fotografia paesaggistica, ma i temporali restavano sempre un mio classico, anche se a Bolsena sono molto poco frequenti nel periodo invernale, ma dalla tarda primavera fino a inizio autunno, soprattutto dopo lunghi periodi di caldo e di alta pressione, sono a volte piuttosto violenti con conseguenze non troppo piacevoli.
Io mi affacciavo sempre sul balcone quando sentivo dei tuoni, mi limitavo ad ammirarli, ma poi nel lontano 1996, non ricordo esattamente il periodo, fece la sua prima uscita al cinema Twister, un film diretto da Jan de Bont con Bill Paxton e Helen Hunt: quando ho visto la locandina del film fuori il cinema non avevo neanche capito che quello che si vede nell'immagine è un tornado, e ad essere sinceri non sapevo neanche cosa fosse un tornado, ero convito che questo film fosse un thriller/horror e ho deciso di andare a vederlo dato che sono sempre stato un amante del genere. Mentre ero seduto al cinema già dopo i primi dieci minuti ho capito che non si trattava di un film horror ma bensì di un film su particolari temporali che generavano tornado e ho scoperto poi che negli Stati Uniti esistevano realmente queste persone che, come ricercatori o appassionati, correvano dietro ai temporali per cercare di intercettare questi fenomeni violenti e studiarli, e non potevo essere più felice per questo film, avrei voluto che durasse per ore.
Qualche mese dopo, appena uscito in VHS (l'unico supporto per home-video all'epoca) lo ho subito acquistato e lo avrò visto e rivisto almeno cento volte, era un film che non riuscivo a smettere di vedere, non appena la cassetta finiva, riavvolgevo il nastro e mettevo nuovamente il play la videocassetta.
Questo film è stata una grande ispirazione per me e per tutti quelli come me che sono sempre stati affascinati dai temporali, e da quel momento in poi quando c'era un temporale non mi limitavo solamente a guardare alla finestra, ma tenevo sempre con me una videocamera piazzata su un esile treppiedi sperando di catturare qualche fulmine e magari anche qualche piccolo tornado che molti anni fa non era un fenomeno troppo raro anche dalle nostre parti.
Questo film ha fatto crescere la mia passione per la meteorologia e per questi fenomeni estremi, ho letto infatti tantissimi libri sull'argomento e visto tantissimi documentari e...mi sono promesso che un giorno, da grande, sarei andato anche io negli Stati Uniti con la mia macchina a cacciare i tornado come i stormchasers americani: sono trascorsi poco meno di diciotto anni da quella promessa e quel momento è finalmente arrivato, nel 2014 ho deciso di partire per dodici giorni di caccia ai tornado nelle Great Planes. Non ero solo ovviamente, sono partito insieme ad altri ragazzi, molto noti in Italia, che da anni si recano nelle Plains a caccia di tornado e formano sempre un piccolo gruppo per ammortizzare le spese e permettere agli appassionati come loro di vivere questa esperienza.
18 MAGGIO 2014
La sera del 18 Maggio preparo la valigia fino a tardi, le cose da portare via sono tante come e dato che il posto dove vado non è poi così vicino casa è bene ricordarsi a prendere tutto, soprattutto i documenti di viaggio perché negli States non basta un bel sorriso e dire che li ho lasciati nel comodino.
Con me ho due bagagli, un bagaglio da stiva comprato appositamente per fare il viaggio, grande abbastanza da portare diverse cose ma non troppo grande per portarlo ogni giorno in macchina insieme agli altri bagagli, e un zaino fotografico, un Lowepro Vertex 300, con circa 15Kg di attrezzatura fotografica, portatile e cavetteria varia. Dopo gli ultimi preparativi vado a mangiare una pizza verso le 20:30 sapendo che sarà l'ultima vera pizza che mangerò per i prossimi 12 giorni; verso le 2:30 accendo l'ultima sigaretta, poi con tutti i vestiti mi butto sul letto pensando se ho preso tutto e se tutto è pronto per partire, ma il sonno prende il sopravvento prima di finire la check-list di viaggio.
19 MAGGIO 2014
Alle 4:30 del mattino sto già in piedi diretto all'aeroporto di Fiumicino, dove mi incontro con l'altro ragazzo del gruppo che farà il viaggio con me, alcuni li incontreremo a Londra all'aeroporto di Heatrow, mentre i primi sono già a Wichita (KS) ad attenderci.
Arrivati a Wichita ovviamente manca il bagaglio e subito arriva il panico, ma per fortuna erano arrivati per errore col volo precedente da Chicago quindi dopo un po' riusciamo a recuperarlo e usciamo dall'aeroporto dove finalmente ci incontriamo con gli altri ed iniziamo subito a parlare del target di domani mentre ci dirigiamo verso un fast-food aperto a mangiare un boccone.
Si vede da subito che il target di domani è parecchio a nord, quindi preferiamo andare subito a Salina (KS): Salina dista circa un'ora e mezza da Wichita, sono 88 miglia circa, ma per fortuna per questa sera non vado subito io alla guida. Arrivati in motel finalmente possiamo riposare, sistemiamo alcune cose e poi dopo una lunga attesa riusciamo finalmente a chiudere gli occhi e riposare qualche ora, da domani sarà giorno di caccia.
20 MAGGIO 2014
Il fuso orario si fa sentire subito, infatti alle 6 di mattina siamo già svegli dopo aver dormito circa 4 ore, 6 ore totali in due giorni, ma non ci possiamo fare niente, e dopo una mezz'ora passata nel letto a fissare il vuoto decido che è meglio alzarsi, buttarsi sotto la doccia e fare colazione.
Dopo colazione esco un po' fuori il motel - un Super 8 di Salina con un parcheggio bello ampio - scatto un po' di foto e poi a inizio a preparare la macchina, testiamo il nostro WiFi portatile, preparo ottiche e reflex, ventose per GoPro e telecamera, e dopo una foto di gruppo ci si mette in marcia.
Lo Storm Prediction Center emette uno Slight Risk per l'area di compresa tra l'intersezione di Colorado, Nebraska e Kansa, il nostro target è Scottsbluff (NE), quindi c'è da fare un bel po' di strada.
Procediamo verso nord, ci fermiamo in McDonalds a mangiare qualcosa e far riparare una gomma, e più tardi nei pressi di Scottsbluff intercettiamo una bella supercella che sembra avere un lowering decisamente marcato ma che non riuscirà a far scendere nessuno tornado, quindi dopo diverse ore di caccia e subito tanto materiale fotografico ci fermiamo la in zona da Subway a mangiare qualcosa e poi dritti al motel di Sidney (NE) dove passeremo la notte.
21 MAGGIO 2014
Anche questa notte passata a Sidney in Nebraska non è che sia stata buona a livello di sonno, abbiamo dormito poco ancora una volta ma piano piano qualche minuto lo stiamo recuperando.SPC oggi è molto più generico, l'ara di Slight Risk attraversa mezza America, ma la tornado probability del 10%-5%-2% è concentrata in un punto nell'angolo nord-est del Colorado, a due passi da noi, anche se sembra essere interessata proprio l'area urbana di Denver, cosa che sarebbe un vero disastro sia per la caccia che per la popolazione.
Ci mettiamo in marcia, le celle temporalesche iniziano a gonfiarsi, ma alla nostra macchina non basta un serbatoio da 90 litri di benzina, quindi rimaniamo a piedi nei pressi di Deer Trail (CO) e stiamo lì un bel aspettando gli altri che dovevano portarci una tanica di salvezza ma che non riuscivano più a trovarci...e intanto le celle diventavano sempre più grandi.
Dopo varie disavventure, ci mettiamo in marcia ed intercettiamo un vero mostro nei pressi di Bennet (CO) che seguiamo per tutto il giorno: anche oggi niente tornado, almeno ai nostri occhi, altri stormchasers parlano di un multivortex di meno di un minuto, ma di preciso niente, SPC riporta degli eventi tornadici, ma noi nonostante fossimo vicinissimi alla cella di tornado fatti bene non ne abbiamo visti, ma ci accontentiamo della spettacolarità della supercella con un echo radar fantastico. La giornata è lunghissima, nascono altre celle, niente di paragonabile alla prima, ma nessun tornado anche per oggi, ora andiamo a Birlington (CO) per passare la notte.
22 MAGGIO 2014
Dopo una giornata come quella di ieri nell'aera est di Denver, oggi la situazione era decisamente meno favorevole, SPC infatti emette ancora il classico Slight Risk, ma la Tornado Probability è scesa al 2%, però l'area sembra essere sempre la stessa del giorno prima, quindi restiamo in zona, Burlington è molto vicino anche col Kansas e chissà che non si vada a formare qualche piccola cella interessante anche laggiù: la goccia fredda, che ogni giorno sembra perdere dei piccoli pezzi si sta spostando a sud, e dato che i modelli sono osceni, fare stalking a questo piccolo nucleo freddo è la nostra unica chanse di caccia per questa stagione.
La giornata parte male, con un Cap alto che sembra poter cedere nel pomeriggio e dopo un comodo pranzo da McDonalds iniziamo ad inseguire deboli celle che stanno partendo entrando piano piano in warning, però senza regalarci niente di che se non delle massicce dosi di precipitazioni, ma sembra che ormai siamo abbonati alle HP e però anche oggi il nostro caro tornado è latitante, e dopo diversi decidiamo che la giornata di caccia è finita e visto che ci avanza tempo e abbiamo dormito un oretta in più la notte passata, decidiamo di andare a Lamar, sud Colorado, per seguire la goccia fredda che domani sarà in Texas e resterà lì per qualche giorno.
23 MAGGIO 2014
Il risveglio a Lamar dopo una cena iperproteica in una steakhouse è stato un po' traumatico, anche un po' cupo perché si sente già puzza di day off, SPC infatti, divenuta la nostra Bibbia mattutina, mette il solito Slight tra New Mexico e la Texas panhandle, ma la Tornado Probability più alta della giornata, ossia 2%, non è proprio comoda da raggiungere, si trova infatti in una seconda area di Slight Risk tra South Carolina e North Carolina, e da Lamar sono circa 1557 miglia, circa 24 ore di macchina, quindi spostarci a Fayetteville (NC) e tornare poi in Texas domani è decisamente fantascienza. Proviamo ad andare a sud, attraversiamo un fantastico spicchio (l'ennesima panhandle) di Oklahoma ed entriamo nel Texas tenendo d'occhio la situazione, ma anche dopo pranzo il Cap resta alto e le celle non partono, quindi come si era già accennato il giorno prima, decidiamo di fare visita al Palo Duro Canyon e passare così il nostro tempo, dopo tutto days off vanno messi nel conto perché i tornado, a differenza dei voli, non li possiamo prenotare purtroppo. Il parco è stupendo, scorci fotografici non mancano, e la roccia di colore rosso ricorda tantissimo le foto dei vari canyon americani che prima di adesso non avevo mai visto dal vivo.
La giornata si concluderà poi in una steakhouse con un piccolo rimpianto di non aver visto alcuni temporali in New Mexico nella zona di Hobbs, nulla di particolare, ma molto fotogenici; la sera poi SPC tra i report inserirà anche un piccolo tornado all'angolo sud-est del Colorado, ma nessuno tra i vari stormchasers accorsi sul posto ne ha dato la notizia su social. Come ho già detto e come continuerò sempre a ripetermi, i days off vanno messi nel conto, mi capita anche qui nella mia zona quando vado ad inseguire i temporali o semplicemente a cercare dei tramonti fotogenici, sono cose che sai che ci sono e quando capita non resti stupito, però un pochino dispiace sempre, e il fatto di stare negli States lo fa sembrare un pochino più pesante perché sai che purtroppo non starai qui per sempre.
24 MAGGIO 2014
Ci svegliamo in un motel di Amarillo, abbastanza presto perché già dalla sera le carte meteo promettono bene, SPC emette ancora uno Slight Risk con una Tornado Probability del 2%-5%, e dato che in tempo di guerra non si butta niente, mentre attendiamo la Mesoscale Discussion, ci mettiamo subito in marcia per raggiungere l'estremo sud del Texas.
Mentre scendiamo a sud lo sgradevole odore di petrolio si sente sempre più forte, le macchine sono sempre più enormi, della serie "Se non hai un 8000cc biturbo non sei nessuno", ma la cosa strana è che in una stazione di servizio sperduta in quel deserto brullo, che ricorda tanto il Messico sul film Traffic di Soderbergh, riesco a trovare una specie di pizza commestibile, me ne prendo due per saziarmi perché hanno un diametro di 10 cm insieme ad una RedBull ghiacciata e si riparte.
Parte la caccia nel pomeriggio, prima grande supercella nella zona di Odessa che mi regala anche la mia prima Tornado Warning via radio, subito dopo inseguiamo un'altra supercella verso Rankin facendo un epico core punch e continueremo poi a tenere testa alla supercella fino a Mertzon dove la lunghezza della shelf cloud ha raggiunto quasi 80km, era veramente infinita. Non ho usato la parola tornado, ma purtroppo perché il nostro latitante anche oggi non si è visto nei paraggi, però è stata una caccia emozionante e ha messo a dura prova le memory card della mia D3s. Dopo essere arrivati quasi in Messico, ci ripariamo sotto il tetto di una stazione di servizio sotto una pioggia da flash-flood e poi ci dirigiamo in un motel di Odessa per passare la notte.
25 MAGGIO 2014
Oggi, dopo la grande caccia di ieri sera, decidiamo di alzarci un po' più tardi del normale, sia per recuperare le energie sia perché la zona di caccia oggi è indicativamente quella di ieri (forse un pelino più a sud!), quindi non c'è da correre e possiamo prenderla con più tranquillità. Il quadro proposto questa mattina da SPC non è che sia poi il massimo, infatti lo Slight Risk classico è molto a sud, buona parte in Messico, e sembra essere proprio lì la maggior parte del rischio oggi, l'area di 5% Tornado Probability prende solo un lembo di terra statunitense, quindi anche se le speranze non sono così alte, si parte da Odessa e sostiamo a Fort Stockton per un pranzo da Subway, poi ripartiamo alla ricerca di una supercella più a sud ma...quando arriviamo troviamo solo della nuvolaglia orribile, la supercella ormai sta morendo e il cielo sembra un po' quello delle Dolomiti in una giornata piovosa di Novembre solo con temperature più alte e afa.
Sostiamo a Sunderson dove ci fermeremo per un bel po' sperando che succeda qualcosa ma dopo le 16:00 il bust è ufficiale, purtroppo nella zona non si è sviluppato niente di interessante, solamente in Messico si è formata una supercella degna di nota e in New Mexico al tramonto sono partiti diversi updraft molto fotogenici che sono durati fino a sera con attività elettrica spettacolare, e forse avremmo potuto anche raggiungerli insieme a Reed Timmer e molti altri che quando hanno capito che era aria di epic bust sono scappati subito in New Mexico dato che da Sunderson erano solo 150 miglia, quindi fattibile in due ore e mezza, giusto in tempo per le supercelle al tramonto. Decisamente tristi per la magra giornata trascorsa in quel paesino sconosciuto anche a Google Maps, torniamo indietro fino a Fort Stockton dove passeremo la notte in motel dove la nostra tornado-chase si trasformerà nella nostra prima beetles chase, decisamente poco piacevole.
26 MAGGIO 2014
La giornata di ieri brucia ancora, la nostra esperienza sta per volgere al termine e sappiamo già che la goccia fredda si sta indebolendo e che questo 26 Maggio potrebbe essere il nostro ultimo giorno di caccia, quindi la tensione è ai massimi livelli perché puntiamo tutti e tutto su questo forse ultimo giorno.
Ci svegliamo regolarmente e partiamo appena dopo la colazione dal nostro motel di Fort Stockton, oggi forse possiamo sperare in qualcosa di meglio, lo Storm Prediction Center infatti ha emesso due Tornado Probability del 5% in due zone diverse, la prima più a nord diciamo tra Lubbock e Abilene, la seconda più vicino a noi tra San Angelo e San Antonio, e noi puntiamo su quest'ultima. Rimane un Cap molto alto fino a pranzo, dopodiché per fortuna le supercelle iniziano a formarsi e intercettiamo diverse tempeste per quasi tutto il pomeriggio, la giornata sembra veramente non finire mai, nessuna è ancora riuscita a sfornare un bel tornado ma almeno a livello fotografico sono decisamente spettacolari.
Quando inizia a fare buio accostiamo poco prima di San Angelo per fare qualche foto notturna e mangiare qualcosa per strada, ma veniamo raggiunti dalla supercella e troviamo riparo sotto una stazione di servizio che ci salva dalla grandine, una delle tante baseball-size-hail. Arrivati in motel lo spettacolo di fulmini continua, e anche se dal motel gli scatti sono decisamente osceni decido di provarne qualcuno dal balcone dove, tra uno scatto e l'altro e una sigaretta e l'altra, ho il piacere di scambiare due chiacchere con Skip Talbot di Storm Assist che era al suo ultimo giorno, e anche lui stava ad osservare il temporale mentre le sua ragazza riposava in camera.
27 MAGGIO 2014
Al risveglio sto ancora guardando le foto di ieri, è stata veramente una grande giornata, nessun tornado (anche se SPC segnala tra i report diversi tornado nell'area di 5% a nord!) ma è stata una grandissima giornata di caccia lo stesso. Oggi la situazione non è il massimo, ci sono condizioni decisamente poco favorevoli a guardare dai modelli anche se SPC offre invece molte chanse di successo con una 5% di Tornado Probability molto estesa quasi fino ad Austin, quindi ci speriamo. Fino a pranzo non succede niente e anche dopo il pranzo, a base di una letale e hamburger-steak che mi intossicherà l'apparato digerente per venti giorni minimo, non succede nulla di significativo; sono le 16:00 passate e non ci sono updraft interessanti quindi si capisce già che la giornata sta per chiudersi.
Dopo un pò riusciamo a trovare una cella temporalesca che entra per un po' in warning ma nulla di che, e sul finire della giornata ne troviamo un'altra, anche questa bella grande ma non produrrà nulla di che, e anche da un punto di vista di caccia la morfologia del territorio è totalmente inadatta, proprio da balcklistare subito, quindi sotto un cielo uggioso e triste decidiamo che questo giorno di caccia è finito...e con questo giorno è finita anche la nostra caccia negli States, la goccia fredda è morta e per i prossimi giorni l'alta pressione tornerà a dominare sulle Great Plains. Torniamo indietro fino a Kingsland dove passaremo la notte, la nostra ultima notte nel Texas.
28 MAGGIO 2014
Nel nostro ritorno a Wichita dove poi prenderemo l'aereo per tornare in Italia, attraversiamo tutto l'Oklahoma che, a mio avviso, tra gli stati visitati è il più affascinante insieme al Nebraska; prima di raggiungere Wichita però sostiamo a Greensburg (KS), una città ora totalmente ricostruita green dopo essere stata completamente devastata da un micidiale tornado EF5 la sera del 4 Maggio del 2007 durante un outbreak.
La cittadina è molto particolare, tutti accolgono gli stormchaser con grande rispetto e stima, e durante la visita al museo ci viene data anche un piccola carta dove il comune di Greensburg ringrazia uffucialmente gli stormchaser per il lavoro che svolgono ogni giorno per la loro sicurezza e quella di tutti gli altri. Considerando che molte persone pensano che lo stormchasing è fatto esclusivamente da meteo-fanatici in cerca di gloria, la cosa ci ha fatto molto piacere, perché sebbene tutti gli stormchaser fanno questo "lavoro" per passione, allo stesso tempo offrono anche un servizio al National Weather Service e al loro paese.
Inoltre negli States c'è un grandissimo rispetto per la figura degli stormchasers, molte persone infatti si avvicinano sia curiose che ansiose a chiedere se ci sarà maltempo nella loro città o se pensiamo che nei paraggi si abbatterà qualche tornado, e sono rimasto decisamente stupito quando lo sceriffo in persona ha affiancato la nostra vettura per chiederci dove poter andare nel caso ci fosse stato bisogno di lui dato che c'era una tempesta in corso.
La caccia ai tornado è emozionante, seguo assiduamente i temporali anche nella mia zona ma è qualcosa di diverso, perché per quanto un temporale possa essere fotogenico e farti stare in piedi tutta la notte a fotografare fulmini sotto la pioggia, niente riesce ad essere come le Great Plains, me ne avevano parlato ma è una sensazione che va vissuta sulla propria pelle per essere compresa fino in fondo.
E' stato un grande piacere per me poter fare questo viaggio che sognavo da quando ero bambino, ed è ancora più piacevole il fatto che sto già pianificando il tutto per la prossima stagione dei tornado e spero veramente che questa possa essere una cosa da ripetere ogni anno, senza ovviamente perdere di vista altre mete fotografiche a cui spero di non dover rinunciare.
A livello fotografico mi sono trovato di fronte a grosse difficoltà perché, a differenza di come opero qui inseguendo i temporali nella mia zona, nella Tornado Alley il ritmo è molto più frenetico: per intercettare il tornado e attendere la sua formazione si cerca di avvicinarsi il più possibile al mesociclone (possibile grazie all'uso di software dedicati con radar e gps), ma questo però rende difficoltoso lo scatto perché deve essere fatto tutto con estrema velocità, il treppiedi risulta così poco pratico per saltare al volo in macchina in caso di emergenza, e la zona spesso si fa veramente buia quindi escono fuori dei contrasti veramente elevati che mi hanno costretto in molti casi all'utilizzo del baraketing con la raffica, cosa che di norma io evito utilizzando dei filtri graduati e uno studio accurato della scena, mentre per scattare a mano libera utilizzando tempi e diaframmi scelti da me, ho dovuto necessariamente esagerare con la sensibilità ISO in molte situazioni.
Nello zaino di cui ho accennato all'inizio, il Lowepro Vertex 300, ho messo di tutto: D3s, D800E, Nikkor 14-24mm f/2.8 ED N, Nikkor 24-70mm f/2.8 ED N, Nikkor 70-200mm f/2.8 ED N VRII, GoPro Hero3+ Black Edition e accessori, Sony PJ780, Big Stopper Lee Filter e Fundation Kit, caricatori delle due reflex e del portatile, e un cambio, mentre nella tasca frontale un portatile, un Samsung Ultrabook Serie 7: tutto questo per farvi capire che è veramente grande e comodo.
Non ho avuto problemi sui voli, lo zaino pesava oltre 15Kg ma le compagnie non avevano limiti di peso ma solo di dimensioni e il mio Vertex era fuori solo 1cm quindi nessuno mi ha fatto storie: il volo Roma-Londra era servito con un Airbus A320 e lo ho riposto regolarmente nella cappelliera, e lo stesso sul volo Roma-Chicago che era un Boeing 747-600, mentre nel volo Chicago-Wichita servito con un Canadair CRJ-900 ho avuto qualche difficoltà, lo ho riposto infatti tra le gambe cercando di nasconderlo il più possibile, la hostess lo ha notato ma ha fatto finta di nulla, ovviamente lo stesso nel volo di ritorno, anche per la tratta Chicago-Roma servita su un Boeing 767 nessun problema.
E' un viaggio estremo, uno dei tanti, dalla sua ha che si può godere sempre di un letto comodo su cui dormire la sera (certo in Texas ogni cosa striscia, salta e vola, quindi insetti quali scarafaggi, falene e blatte in camera ci sono e bisogna dare prima una pulita!), si può contare su ottime strumentazioni per sapere sempre dove si è rispetto alla cella e non trovarsi mai in estremo pericolo anche se ovviamente bisogna in ogni caso partire o con esperti o essere già esperti di meteo e cacciatori in Italia, partire allo sbaraglio ad inseguire i tornado è rischioso e contribuisce a rovinare la reputazione di chi invece lo fa seriamente e in modo responsabile.
Nel mio viaggio ho visitato Kansas, Nebraska, Wyoming, Colorado, Oklahoma e Texas, e vivere questa esperienza on the road mi ha fatto capire che è un peccato che queste terre siano un pò sottovalutate come mete turistiche, perchè quì la natura regala spettacoli indimenticabili, c'è ancora la quasi assenza dell'uomo e domina un incredibile senso di libertà.
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