sabato 19 ottobre 2013

Chernobyl: 25 anni dopo lo scioccante reportage fotografico



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Chernobyl: 25 anni dopo lo scioccante reportage fotografico






Poco più di 25 anni fa, nelle prime ore del mattino del 26 Aprile 1986, il reattore n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose, rilasciando una nube radioattiva che si espanse su gran parte dell’Europa e della Russia occidentale: si trattava del più grande disastro nucleare della storia.



I cittadini furono ignari dell’accaduto fino alla mattina del 28 aprile. Fu un gruppo di lavoratori di una centrale nucleare svedese, distante più di 1000 km dal luogo dell’incidente, a segnalare un picco nei livelli delle radiazioni, costringendo l’Unione Sovietica a riconoscere l’incidente.
Il disastro cambiò la vita a milioni di persone, 350.000 delle quali furono evacuate permanentemente dalle loro case. Ancora oggi l’accesso alla c.d. zona di alienazione, un’area di circa 30 km intorno alla ex centrale, è strettamente limitato.



Questo reportage del giornalista freelance Chris Miller mostra, a distanza di un quarto di secolo, l’aspetto di una serie di luoghi-simbolo della città di Pripyat, la più vicina alla centrale.



La scuola
Lungo gli spettrali corridoi della Scuola n. 1 di Pripyat sono ancora sparsi mobili e oggetti di ogni tipo. La porta sulla destra recita “Sala professori”.




I pavimenti delle aule sono tappezzati da libri, quaderni e intonaco.




Un registro dell’anno scolastico 1986 con i nomi degli studenti, le assenze e i voti.




Quella che doveva essere l’aula magna della scuola, in cui si svolgevano gli eventi più importanti.




Un vecchio televisore accoglie vari oggetti di vita quotidiana.




Uno striscione utilizzato per un evento cittadino recita la data “21 aprile”. La città sarebbe stata evacuata il 27.




Nella palestra della scuola una porta da calcio e una corda da arrampicata si sono conservate perfettamente intatte.




L’ex bar della scuola trasformato in un vero e proprio cimitero di maschere del gas.






Le strade cittadine
Un vecchio cartello arrugginito segnala quella che una volta era la strada principale della città.




Il centro culturale
La natura si è impadronita di quello che era il centro culturale della città, il Palazzo della Cultura di Pripyat.






L’”Orsa maggiore”
L’apertura del nuovo luna park della città era prevista per il 1 maggio 1986. Ma la città fu evacuata durante i 3 giorni successivi il disastro del 26 aprile, e il parco non fu mai usato.




La ruota paronamica “Orsa maggiore” doveva rappresentare l’attrazione principale e il simbolo del luna-park. Doveva accogliere risate e spensieratezza, invece il suo destino è stato ben diverso.
Oggi è ancora lì, perfettamente intatta. La prova tangibile di una delle tante sconfitte da cui l’uomo non dovrebbe smettere mai di trarre insegnamento.


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Chernobyl prima e dopo il disastro
di Alessandra Cristofari -





























































































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