giovedì 12 novembre 2015
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venerdì 1 maggio 2015
Fotografi emergenti, il talento non è abbastanza: «Serve disciplina»
DAL SITO .................
Fotografi emergenti, il talento non è abbastanza: «Serve disciplina»
«Oggi vivere di fotografia è sempre più difficile», spiega Silvia Lelli, per diciassette anni fotografa ufficiale del Teatro alla Scala e oggi coordinatrice del Master in Fotografia dello Ied. «Chi oggi vuole diventare fotografo deve sviluppare competenze tecniche a trecentosessanta gradi, diventando imprenditore di se stesso».
Valerio Bassan
Valerio Bassan
«Oggi il mercato della fotografia è in crisi. Negli ultimi decenni, con l'avvento del digitale, il prezzo delle foto è sceso molto e le cifre cui si vendeva prima sono crollate. I mensili comprano meno reportage e, se da un lato nella nostra società l'immagine sta conquistando sempre più importanza, sui giornali alle fotografie è destinato uno spazio sempre più piccolo». Silvia Lelli, per anni fotografa ufficiale del teatro alla Scala di Milano e oggi coordinatrice del Master in Fotografia dello Ied, traccia un quadro tutt'altro che positivo dello stato di salute della fotografia nel nostro Paese.
Eppure, sostiene, i fotografi non si trovano davanti a un vicolo cieco: con determinati accorgimenti e parecchia costanza, lavorare dietro l'obiettivo oggi è ancora possibile. Il trucco è sapersi adattare alle trasformazioni del mercato: «Il fotografo deve accettare il cambiamento e cercare di interpretarlo nel miglior modo possibile», spiega Lelli. «Per chi si stesse avvicinando alla professione, deve sapere che non sarà facile: ci vuole impegno, oltre ad una buona dose di talento».
Ma oggi si può campare di fotografia?
Di sola fotografia, no. Chi oggi vuole lavorare nel settore deve diventare un professionista completo, in grado di garantire al cliente una serie di servizi che va dallo scatto alla stampa. Oggi lavora chi, oltre a fotografare, se la cava anche con i video, con l'impaginazione, con il fotoritocco ed è in grado di realizzare un sito web. Ecco perché ai giovani fotografi consiglio spesso di lavorare in team: così ognuno può completare l'altro, esprimendosi al meglio nel settore in cui è più forte. Il cliente deve sapere che può contare su una squadra professionale, in grado di lavorare a 360 gradi sulla sua richiesta. Comunque, chi fa il fotografo deve sapere che non diventerà mai ricco, questa non è una professione che si fa per soldi. Spesso, tutto quello che si guadagna viene reinvestito in nuove attrezzature. Fare il fotografo è, piuttosto, una scelta di vita.
Cosa consiglia ai ventenni che si stanno avvicinando alla fotografia?
Il mio primo consiglio è di fare almeno un triennio universitario, per creare laforma mentis necessaria all'individuo per organizzare il proprio lavoro. Meglio se un percorso legato al marketing, dato che il fotografo deve diventare sempre di più l’imprenditore di se stesso. Bisogna imparare a proporsi in modo appetibile nel mercato del lavoro. Il secondo consiglio è quello, abbastanza ovvio, di nutrirsi di fotografia: frequentare mostre, sviluppare un senso critico dell'immagine, assorbire stimoli dai maestri e tradurli nell'impulso di scattare. E ricordarsi che, per iniziare a lavorare davvero, ci vogliono almeno cinque anni di gavetta.
Come si lavora a un progetto fotografico?
Bisogna crederci fermamente per portarlo a termine. È un lavoro faticoso e difficile, che richiede impegno: un fotografo non può alzarsi dal letto alle undici di mattina. Io vedo alcuni ragazzi che vorrebbero fare questo mestiere, ma non scattano mai. Non va bene! Devi sentire sempre la necessità di scattare se vuoi fare questo lavoro. Altrimenti è come chi vuole diventare scrittore ma non riesce a superare il foglio bianco. Al fotografo capita spesso di avere momenti di sconforto, in cui gli sembra di non avere più nulla da fotografare. Ma non si deve arrendere. Deve forzare se stesso, sottoporsi a nuovi stimoli. Vedere mostre, leggere poesie, cercare l'ispirazione altrove. Bisogna coltivare le proprie idee, pungolare la fantasia. Questo è un percorso doloroso ma necessario. Io ho una certa età, ma ancora non riesco a realizzare tutto quello che ho in testa…
Con la diffusione a buon mercato delle reflex, oggi diventare fotografo sembra essere più facile. Secondo lei questa diffusione massiccia e talvolta abusata del mezzo è un bene per la fotografia o rischia di abbassarne il livello artistico?
Fare foto oggi è facilissimo, basta un cellulare. È in atto un vero e proprio boom del mezzo. Questa espansione, però, non è destinata a durare per sempre. Poco tempo fa, un dirigente Canon mi diceva che la crescita proseguirà ancora per cinque anni, poi ci sarà una stasi. Per tornare alla sua domanda: quando cominci a lavorare, ti rendi conto che è la qualità che paga. I clienti cercano sempre prestazioni professionali, vogliono la qualità. Non basta possedere una macchina fotografica e pubblicare qualche scatto in internet per definirsi un fotografo.
Cosa ne pensa del fotoritocco?
Se fatto con competenza, ne penso tutto il bene possibile. Lo si faceva già ai tempi della pellicola, con un pennellino e altri strumenti. Oggi, semplicemente, è diventato accessibile a tutti grazie a Photoshop. Ma anche lì bisogna fare attenzione, perché è veramente difficile fare un buon ritocco.
Ci segnala qualche fotografo emergente che ritiene particolarmente meritevole?
Ce ne sono tanti. I primi che mi vengono in mente sono Stefano Vigni, che si occupa di reportage, Andrea Messana, fotografo di spettacolo e Serena Serrani, specializzata in food photography.
Ce ne sono tanti. I primi che mi vengono in mente sono Stefano Vigni, che si occupa di reportage, Andrea Messana, fotografo di spettacolo e Serena Serrani, specializzata in food photography.
sabato 28 marzo 2015
Il contrasto
DAL SITO
Il contrasto, testo e foto by Juza.
Il contrasto è una delle prime cose che modifico in fase di elaborazione: è un aspetto essenziale di ogni immagine. Se la foto è eccessivamente contrastata appare troppo "dura"; d'altra parte, se non c'è abbastanza contrasto ha un aspetto piatto, velato. Utilizzare al meglio le tecniche per migliorare il contrasto, sia nell'intera immagine che selettivamente, è il primo passo per migliorare le vostre foto.
I levels, livelli di luminositàLo strumento più importante per migliorare il contrasto e la luminosità di ogni foto è sono i livelli, detti anche 'valori tonali'. In passato utilizzavo lo strumento Levels, Image > Adjustments > Levels (Valori Tonali, Immagine > Regolazioni > Valori Tonali), ma attualmente utilizzo lo strumento Curves, Image > Adjustments > Curves (Curve, Immagine > Regolazioni > Curve) che permette di regolare sia le curve che i valori tonali. Questa finestra mostra un istogramma della foto, due controlli (i triangoli nero e bianco sotto il grafico) e una linea diagonale che permette di modificare la curva di luminosità; prima di tutto, analizzeremo i livelli, che sono la parte composta dall'istogramma e dai cursori triangolari. L'istogramma viene mostrato in una scala 0-255, anche se lavorando su un'immagine a 16 bit avete in realtà 4096 livelli di luminosità invece di 255.
Spostando i controlli triangolari, modificate sia il contrasto che la luminosità della foto. I due controlli corrispondono a nero (0) e bianco (255). Se spostate il punto di nero verso destra di, per esempio, 30 livelli di luminosità, tutti i dati tra 0 e 30 verranno eliminati, e il livello 30 diventa il nuovo punto di nero (i pixel che avevano una luminosità di 30 vengono scuriti a 0): la foto diventa più contrastata e più scura. Se, invece, spostate il controllo bianco verso sinistra, la foto diventa più contrastata e più luminosa.
I Levels sono molto utili quando avete un istogramma che non tocca le estremità (cioè quando ci sono delle zone vuote tra l'estremità del grafico e il lato della finestra istogramma). In queste situazioni, la foto manca di contrasto e ha un aspetto piatto, velato. Spostando i controlli bianco e nero verso le estremità dell'istogramma, potete tagliare via le zone vuote, migliorando il contrasto dell'immagine. Se confrontate l'istogramma della foto prima e dopo la correzione di Levels, potete vedere chiaramente che nella foto precedente i dati erano "compressi" nell'area dei toni medi, e c'erano ampie zone vuote tra le estremità del grafico e i lati della finestra. Nella seconda immagine, invece, le estremità dell'istogramma toccano i lati, e il grafico è molto più distribuito lungo tutta la gamma di luminosità, da nero a bianco.
A sinistra: l'immagine prima della correzione e il relativo istogramma. A destra: l'immagine e l'istogramma dopo la regolazione di contrasto.
Non c'è bisogno di spostare sempre i controlli bianco e nero esattamente in corrispondenza con le estremità dell'istogramma - a seconda della foto e dei vostri gusti personali, potete lasciare un pò di spazio vuoto tra i controlli e l'istogramma, per mantenere un aspetto un pò soft, a basso contrasto; al contrario, potete anche tagliare parte dell'estremità dell'istogramma, per creare un contrasto molto marcato, in stile "Velvia".
In alcuni casi, non è possibile ottenere un contrasto perfetto senza perdere un pò di dati. Un esempio sono soggetti che hanno aree bianche: se spostate i controlli verso le estremità dell'istogramma il contrasto viene migliorato, ma la foto ha ancora bisogno di "qualcosa in più", e se invece spostare i controlli verso il centro dell'istogramma finchè la foto nel suo complesso ha un buon contrasto, le aree bianche diventano bianco puro, senza dettaglio (perchè avete tagliato via alcuni dati d'immagine dall'istogramma).
La soluzione è utilizzare la Layer Mask (Maschera di livello) to evitare di applicare l'aumento del contrasto sulle aree più chiare: fate una copia della foto su un secondo layer, che potete rinominare come "copia per i bianchi", quindi nascondete il layer (deselezionate l'icona dell'occhio) e ritornate sul livello sfondo. Migliorate il contrasto finchè l'intera foto ha un aspetto piacevole - non preoccupatevi se qualche area chiara diventa bianca. Quando siete soddisfatti dai risultati, rendete nuovamente visibile e selezionate il layer "copia per i bianchi" e applicate la Layer Mask "Hide All" (Maschera di livello "Nascondi tutto"). Selezionate un pennello che abbia approssimativamente le stesse dimensioni delle zone bianche, e impostate la hardness (durezza) su 0%. A questo punto, non dovete far altro che "dipingere" sulle aree bianche per recuperare il dettaglio dal layer "copia per i bianchi". Potete usare lo stesso procedimento anche per le ombre, se sono diventate troppo scure dopo aver aumentato il contrasto. Fate molta attenzione ai bordi: dovete creare una transizione graduale tra le aree di differente luminosità, e dovete evitare di creare artefatti, come aloni chiari o scuri.
Le curve
A destra: La foto prima della regolazione di curves, il contrasto non è ancora ottimale A sinistra: la foto dopo la regolazione di curve.
Anche se le regolazioni sui valori tonali permettono di migliorare ampiamente la foto, spesso non sono abbastanza ed è necessario fare anche qualche regolazione sulle curve. Questa operazione può essere fatta tramite la finestra Curves (Curve) che abbiamo già aperto per regolare i valori tonali. La linea diagonale nella finestra curve rappresenta la luminosità; nell'angolo in basso a sinistra c'è il nero, al centro ci sono i toni medi e in alto a destra le alte luci. Utilizzo spesso la cosiddetta "curva a S": per migliorare il contrasto, cliccata sulla parte inferiore della linea e abbassatela un pò, quindi cliccate sulla parte superiore della linea e trascinatela un pò in alto.
Le curves sono uno strumento versatile che può essere utilizzato in modi diversi per vari risultati, ma io le utilizzo solo per regolare il contrasto. In pratica, con la finestra Curve per prima cosa faccio la regolazione principale di contrasto modificando i livelli di luminosità (cioè tagliando le parti vuote del grafico), quindi faccio la regolazione fine di contrasto (applicando la curva a S alla linea diagonale). Non utilizzo mai le curve per schiarire le ombre (con una curva a "S" inversa), perchè l'immagine perde eccessivamente di contrasto, e diventa troppo smorta: ci sono modi migliori per estrarre dettaglio dalle ombre e dalle alte luci, come lo strumento "Shadow/Highlights" (Ombre/Luci) o correzioni selettive con layer e layer mask.
Lo strumento Shadow/HighlightLo strumento S/H (Ombre/Luci) permette di estrarre molto dettaglio dalle ombre e dalle alte luci. Cliccate su Image > Adjustment > Shadow/Highlight (Immagine > Regolazioni>Ombre/Luci) per aprire la finestra e selezionate "Show More Options" (Mostra altre opzioni). Ci sono numerosi controlli, ma quelli che io utilizzo maggiormente sono solo due: Amount (Quantità) e Tonal Width (Ampiezza tonale).
Nella tabella Shadow (Ombre), il Tonal Width definisce la gamma di luminosità che viene considerata "ombra", e Amount determina quanto si schiariscono le ombre. I valori di partenza (50% per entrambi i controlli) sono decisamente troppo alti: se utilizzate queste impostazioni, le ombre diventano molto luminose e dettagliate, ma la foto perde contrasto e i colori diventano pessimi. Quando uso lo strumento S/H, in genere imposto Amount su 5-10%, e Tonal Width su un valore tra 10 e 30%: le percentuali esatte dipendono dall'immagine. Un'alternativa, se volete schiarire l'intera immagine, è impostare Amount su 1-2% e Tonal Width su 80-100%: con questi valori, invece di schiarire le ombre, si schiarisce leggermente l'intera immagine.
La tabella Highlight (Luci) funziona in modo simile: Tonal Width definisce la gamma di luminosità che viene considerata "alte luci", e Amount determina quanto vengono rese più scure le luci. In genere, imposto Tonal Width su 10-30%, e Amount su 10-50%, a seconda della foto. Anche in questo caso, bisogna fare attenzione a non esagerare con l'effetto, altrimenti si hanno artefatti e colori poco piacevoli. In qualche caso, utilizzo gli strumenti Highlight con valori diversi (Tonal Width su 70-90%, e Amount su 1-5%): queste impostazioni scuriscono un pò l'intera immagine e possono migliorare colore e contrasto.
Lo strumento S/H è molto efficace, ma tende a creare aloni: fate molta attenzione ai bordi, in particolare se ci sono ampie zone uniformi. Se notate un alone, potete ridurre i valori di Amount e Tonal Width, oppure potete utilizzare la Layer Mask per evitare di applicare la correzione S/H ai bordi del soggetto. Inoltre, ricordatevi che schiarire l'immagine aumenta il rumore: se la foto è scattata ad alte sensibilità, in genere la quantità di correzione S/H che potete utilizzare è limitata dal rumore.
Contrasto locale con la Unsharp Mask
In genere, la Unsharp Mask, Filter > Sharpen > Unsharp Mask (Maschera di Contrasto, Filtri > Nitidezza > Maschera di Contrasto) viene utilizzata per migliorare la nitidezza della foto. Tuttavia, si può utilizzare questo strumento anche per migliorare il contrasto della foto. Non è un'alternativa a Levels o Curves e non la uso spesso, ma in qualche caso aiuta a migliorare l'immagine dopo aver fatto le correzioni di base del contrasto.
Per utilizzare la Unsharp Mask per migliorare il contrasto, impostate Threshold (Soglia) su 0, Radius (Raggio) su 20-40 pixels e Amount (Fattore) su un valore tra 15% e 30%. Con queste impostazioni, la Unsharp Mask migliora il contrasto locale invece della nitidezza; un positivo "effetto collaterale" è che anche i colori diventano un pò più intensi. Anche se in genere non c'è una differenza giorno/notte tra la foto prima e dopo la correzione, questa tecnica aiuta a migliorare l'immagine; nell'esempio qui sopra potete vedere come i toni medi sono più contrastati, i colori sono più intensi e il dettaglio appare più nitido.
Questa tecnica funziona abbastanza bene quando la foto non ha zone molto chiare o molto scure; le foto che hanno principalmente tonalità medie sono quelle che più beneficiano dal miglioramento del contrasto locale. Lo svantaggio principale di questa tecnica sono gli aloni - se ci sono bordi ben distinti e aree uniformi (per esempio un cielo blu limpido), il contrasto locale può creare alcuni aloni. Per evitare questi artefatti, quando necessario applico il contrasto locale con la Layer Mask, evitando i bordi.
Migliorare il contrasto e la luminosità dell'occhio e della catchlight
L'occhio del soggetto è uno degli elementi chiave della foto: tuttavia, in certi casi l'occhio non si distingue chiaramente come dovrebbe. Succede spesso nelle foto in controluce o semicontroluce, ma anche foto scattate col sole alle spalle in alcuni casi possono beneficiare da una correzione di contrasto sull'occhio. In genere, è necessario aumentare contrasto e luminosità selettivamente, sfruttando la Layer Mask.
Per migliorare l'occhio, faccio una copia dell'immagine su un secondo layer, che rinomino come "correzione occhio", e aumento il contrasto con le curve, portanto il punto di nero leggermente verso destra e il punto di bianco molto a sinistra, finché l'occhio è chiaramente più luminoso e ha un colore più intenso. Non preoccupatevi se il resto della foto diventa eccessivamente contrasto - aumentate il contrasto guardando solo l'occhio. Quando avete migliorato l'occhio, applicate la Layer Mask 'Hide All' (Maschera di Livello 'Nascondi Tutto') e selezionate un pennello piccolo (il diametro del pennello dovrebbe essere circa la metà del diametro dell'occhio), con durezza attorno all'60-70%. Pennellate con attenzione sull'occhio, prestando molta cura ai bordi: è facile creare degli artefatti se non siete precisi con la maschera, anche se è possibile correggere gli errori invertendo il colore del pennello da bianco a nero, e dipingendo nuovamente sopra gli artefatti.
L'ultimo passo è controllare i risultati. Selezionate e selezionate l'icona di visibilità del layer "correzione occhio", per confrontare il prima e il dopo. Dopo il miglioramento, l'occhio deve essere più luminoso e più saturo, ma non deve apparire innaturale, neppure all'ingrandimento 100%. Se vi accorgete che avete esagerato col contrasto, riducete l'opacità del layer "correzione occhio" finchè l'immagine appare migliorata, ma comunque naturale. Unite i layer per concludere l'elaborazione.
In altre occasioni, l'intero occhio non ha bisogno di miglioramenti, ma potete migliorare la cosidetta "catchlight", cioè la piccola luce riflessa che spesso appare negli occhi dei vostri soggetti - in genere, è un riflesso del sole, ma potete crearla anche in ombra o in giorni nuvolosi con un leggero lampo di flash. Anche se la catchlight è solo un dettaglio, solitamente non più grande di qualche pixel, è abbastanza importante, perchè dà più vita al vostro soggetto.
E' raro fotografare un animale senza neppure una piccola catchlight, ma in qualche caso il riflesso è troppo piccolo o troppo poco luminoso, e può essere migliorato per dare più forza alla foto. La mia tecnica è semplice: seleziono lo strumento Dodge (Scherma) con un pennello leggermente più ampio della catchlight e durezza 70-80%, imposto Range (Intervallo) su "highlights" ed Exposure (Esposizione) su 50%.
Per schiarire e ingrandire la catchlight, clicco varie volte sul riflesso, finchè sono soddisfatto dai risultati. Ricordatevi che in natura la catchlight non è mai perfettamente rotonda come il pennello di Photoshop - per mantenere un aspetto naturale, dovete cambiare la posizione del pennello di pochi pixel tra un click e l'altro, per mantere una forma un pò irregolare. Inoltre, ricordatevi che dopo il miglioramento la catchlight dovrebbe essere un poco più grande, non molto più grande, altrimenti appare chiaramente artificiosa. Se l'occhio non mostra alcuna cathchlight (come può capitare in alcune foto in controluce), non consiglio di clonare una catchlight da un'altra foto o di crearla con Photoshop; è meglio lasciarlo così com'è, altrimenti appare poco naturale.
sabato 21 marzo 2015
Le foto più belle dell’eclissi di sole
DAL BLOG................
Un’eclissi di Sole è iniziata venerdì alle 9:20 del mattino in Italia (con variazioni di orario dell’eclissi a seconda del luogo in cui è stata osservata) ed è proseguita fino alle 11:40 circa. L’evento era dovuto al passaggio della Luna tra Sole e Terra: il disco solare è rimasto coperto per alcuni minuti impedendo alla nostra stella di illuminare il pianeta come avviene normalmente. Oltre a essere molto suggestiva per chi la osserva, nuvole permettendo, un’eclissi permette di solito agli astronomi di osservare meglio alcune caratteristiche del Sole per comprenderne meglio il funzianamento.
Funchal, Portogallo
(Ross Kinnaird/Getty Images)
Monaco, Germania
(Alexander Hassenstein/Getty Images)
Firenze, Italia
Un fotografo in piazzale Michelangelo
(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
Zurigo, Svizzera
(EPA/ENNIO LEANZA)
Monaco, Germania
Bambini osservano l'eclissi con gli appositi occhialini protettivi.
(Joerg Koch/Getty Images)
Quando si è verificata l’eclissi solare
Il massimo dell’eclissi di Sole in Italia è stato raggiunto intorno alle 10:30, quando il disco solare è apparso coperto al 50 per cento nel sud e quasi fino al 70 per cento al nord. L’eclissi è stata totale molto più a nord in Europa: tra i posti dove è stata osservabile più facilmente ci sono state le isole Fær Øer, l’arcipelago tra Islanda, Norvegia e Scozia, e le Isole Svalbard, l’insieme di isole norvegesi nel mare Glaciale Artico.
Come si osserva l’eclissi solare
L’osservazione diretta del Sole può causare danni irreversibili alla vista, quindi non si deve fissare il disco solare senza protezioni (sul serio). Nei negozi di giocattoli educativi si trovano kit per le osservazioni delle eclissi, contenenti occhiali protettivi che permettono di guardare il Sole in sicurezza e senza brutte sorprese per la vista. Se volete spendere qualche soldo in meno potete acquistare un vetrino da saldatore in ferramenta: verificate che abbia una schermatura 14, per essere sicuri che sia sufficiente per proteggere la vista.
Se non avete la possibilità di procacciarvi filtri per guardare l’eclissi, potete ricorrere ad altri metodi per osservarla indirettamente. Il più facile di tutti: prendete un cartoncino e foratelo al centro con la punta di una penna a sfera, tenetelo in una mano e orientatelo verso il Sole; con l’altra mano libera prendete un foglio bianco e tenendolo a distanza dal cartoncino mettetelo nella sua ombra. Vedrete apparire sul foglio un puntino luminoso, dovuto alla luce che passa attraverso il foro sul cartoncino. Aggiustate la distanza tra foglio e cartoncino per metterlo a fuoco e noterete che, man mano che procede l’eclissi, il puntino luminoso cambia e viene in parte oscurato. In pratica state proiettando l’immagine del Sole sul foglio.
Per vedere ancora meglio l’eclissi solare con questo sistema potete anche costruire una piccola camera oscura con una vecchia scatola. Il principio è più o meno lo stesso del cartoncino, ma in questo il puntino luminoso diventa più evidente perché la scatola impedisce l’ingresso della luce ambientale.
Plymouth, Regno Unito
(GEOFF CADDICK/AFP/Getty Images)
Svalbard, Norvegia
(AP Photo/Haakon Mosvold Larsen, NTB Scanpix)
Milano, Italia
(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Monaco, Germania
(Alexander Hassenstein/Getty Images)
Firenze, Italia
Un fotografo in piazzale Michelangelo
(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
Zurigo, Svizzera
(EPA/ENNIO LEANZA)
Monaco, Germania
Bambini osservano l'eclissi con gli appositi occhialini protettivi.
(Joerg Koch/Getty Images)
Quando si è verificata l’eclissi solare
Il massimo dell’eclissi di Sole in Italia è stato raggiunto intorno alle 10:30, quando il disco solare è apparso coperto al 50 per cento nel sud e quasi fino al 70 per cento al nord. L’eclissi è stata totale molto più a nord in Europa: tra i posti dove è stata osservabile più facilmente ci sono state le isole Fær Øer, l’arcipelago tra Islanda, Norvegia e Scozia, e le Isole Svalbard, l’insieme di isole norvegesi nel mare Glaciale Artico.
Come si osserva l’eclissi solare
L’osservazione diretta del Sole può causare danni irreversibili alla vista, quindi non si deve fissare il disco solare senza protezioni (sul serio). Nei negozi di giocattoli educativi si trovano kit per le osservazioni delle eclissi, contenenti occhiali protettivi che permettono di guardare il Sole in sicurezza e senza brutte sorprese per la vista. Se volete spendere qualche soldo in meno potete acquistare un vetrino da saldatore in ferramenta: verificate che abbia una schermatura 14, per essere sicuri che sia sufficiente per proteggere la vista.
Se non avete la possibilità di procacciarvi filtri per guardare l’eclissi, potete ricorrere ad altri metodi per osservarla indirettamente. Il più facile di tutti: prendete un cartoncino e foratelo al centro con la punta di una penna a sfera, tenetelo in una mano e orientatelo verso il Sole; con l’altra mano libera prendete un foglio bianco e tenendolo a distanza dal cartoncino mettetelo nella sua ombra. Vedrete apparire sul foglio un puntino luminoso, dovuto alla luce che passa attraverso il foro sul cartoncino. Aggiustate la distanza tra foglio e cartoncino per metterlo a fuoco e noterete che, man mano che procede l’eclissi, il puntino luminoso cambia e viene in parte oscurato. In pratica state proiettando l’immagine del Sole sul foglio.
Per vedere ancora meglio l’eclissi solare con questo sistema potete anche costruire una piccola camera oscura con una vecchia scatola. Il principio è più o meno lo stesso del cartoncino, ma in questo il puntino luminoso diventa più evidente perché la scatola impedisce l’ingresso della luce ambientale.
Plymouth, Regno Unito
(GEOFF CADDICK/AFP/Getty Images)
Svalbard, Norvegia
(AP Photo/Haakon Mosvold Larsen, NTB Scanpix)
Milano, Italia
(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Bruxelles, Belgio
(© Eric Lalmand/Belga/ZUMA Wire)
Milano, Italia
(Marta Cantoni - Il Post)
Evitate qualsiasi altro sistema alternativo, come per esempio quello di annerire un vetro con il fumo o utilizzare semplici occhiali da Sole. Questi sistemi non impediscono ai raggi solari di colpire gli occhi e possono causare seri danni.
La scienza dell’eclissi solare
Nei luoghi in cui l’eclissi è stata totale, la Luna ha coperto il disco solare per circa due minuti e mezzo. L’eclissi è la nona a essere totale dal 2000 a oggi e fa parte di “Saros 120″, il ciclo di 71 eclissi che si verificano a 18 anni, 10 giorni e 8 ore di distanza l’una dall’altra (alcuni intervalli, in cui sono presenti più anni bisestili, durano invece 18 anni, 11 giorni e 8 ore). L’attuale ciclo Saros 120 è iniziato il 27 maggio dell’anno 933 e si concluderà il 7 luglio 2195.
Milano, Italia
(Giulia Pollini)
Milano, Italia
(AP Photo/Luca Bruno)
Vienna, Austria
(EPA/ROLAND SCHLAGER)
Nicosia, Cipro
(AP Photo/Petros Karadjias)
Sofia, Bulgaria
(EPA/VASSIL DONEV)
Milano, Italia
(ANSA / MATTEO BAZZI)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Budapest, Ungheria
(EPA/TAMAS SOKI)
Torino, Italia
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Greenwich, Regno Unito
(EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA)
Barcellona, Spagna
(AP Photo/Emilio Morenatti)
Sarajevo, Bosnia
(AP Photo/Amel Emric)
Cagliari, Italia
(ANSA / GIUSEPPE UNGARI)
Milano, Italia
(AP Photo/Antonio Calanni)
Milano, Italia
(Marta Cantoni - Il Post)
Evitate qualsiasi altro sistema alternativo, come per esempio quello di annerire un vetro con il fumo o utilizzare semplici occhiali da Sole. Questi sistemi non impediscono ai raggi solari di colpire gli occhi e possono causare seri danni.
La scienza dell’eclissi solare
Nei luoghi in cui l’eclissi è stata totale, la Luna ha coperto il disco solare per circa due minuti e mezzo. L’eclissi è la nona a essere totale dal 2000 a oggi e fa parte di “Saros 120″, il ciclo di 71 eclissi che si verificano a 18 anni, 10 giorni e 8 ore di distanza l’una dall’altra (alcuni intervalli, in cui sono presenti più anni bisestili, durano invece 18 anni, 11 giorni e 8 ore). L’attuale ciclo Saros 120 è iniziato il 27 maggio dell’anno 933 e si concluderà il 7 luglio 2195.
Milano, Italia
(Giulia Pollini)
Milano, Italia
(AP Photo/Luca Bruno)
Vienna, Austria
(EPA/ROLAND SCHLAGER)
Nicosia, Cipro
(AP Photo/Petros Karadjias)
Sofia, Bulgaria
(EPA/VASSIL DONEV)
Milano, Italia
(ANSA / MATTEO BAZZI)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Svalbard, Norvegia
(EPA/HAAKON MOSVOLD LARSEN)
Budapest, Ungheria
(EPA/TAMAS SOKI)
Torino, Italia
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Greenwich, Regno Unito
(EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA)
Barcellona, Spagna
(AP Photo/Emilio Morenatti)
Sarajevo, Bosnia
(AP Photo/Amel Emric)
Cagliari, Italia
(ANSA / GIUSEPPE UNGARI)
Milano, Italia
(AP Photo/Antonio Calanni)
St Austell, Regno Unito
(Ben Birchall/PA Wire Lapresse)
L’eclissi ha avuto anche un’importante rilevanza scientifica: nei due minuti e 46 secondi in cui la Luna è stata tra Sole e Terra gli scienziati hanno potuto studiare la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Huw Morgan, ricercatore dell’Aberyswyth Univeristy, spiega, intervistato dalGuardian, che quello della corona solare è “uno dei più grandi misteri dell’astronomia” in quanto, seppur lontana dalla superficie del Sole, la corona raggiunge temperature molto più alte. Mentre la superficie solare ha una temperatura media di quasi 5mila gradi centigradi, la corona ha una temperatura media di un milione di gradi centigradi.
(Ben Birchall/PA Wire Lapresse)
L’eclissi ha avuto anche un’importante rilevanza scientifica: nei due minuti e 46 secondi in cui la Luna è stata tra Sole e Terra gli scienziati hanno potuto studiare la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Huw Morgan, ricercatore dell’Aberyswyth Univeristy, spiega, intervistato dalGuardian, che quello della corona solare è “uno dei più grandi misteri dell’astronomia” in quanto, seppur lontana dalla superficie del Sole, la corona raggiunge temperature molto più alte. Mentre la superficie solare ha una temperatura media di quasi 5mila gradi centigradi, la corona ha una temperatura media di un milione di gradi centigradi.
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