giovedì 31 gennaio 2013

FOTOGRAFARE IL CARNEVALE



Dal sito.......


FOTOGRAFARE IL CARNEVALE

Il Carnevale è una buona occasione per non lasciare inoperosa la macchina fotografica. Sia per quanti cercano solamente la bella immagine colorata, sia per quanti vogliono documentare il riflesso di feste perdute con reportage di taglio antropologico. E’ vero: a Carnevale ogni foto vale. Tutto si può fotografare, e in modo particolare in occasioni come questa, in cui il fotografo è sempre presenza accettata e gradita. I soggetti sono talmente tanti che spesso ci si riduce a fotografare sempre le stesse cose. Che sia quello di Venezia o quello della nostra città, si riprendono sempre gli stessi soggetti. Parrebbe che l’abbondanza dei temi tolga stimoli alla fantasia.





Un punto di ripresa sopraelevato è spesso migliore di un punto a livello strada. Un balcone che dia sulla strada della sfilata dei carri allegorici è l’ideale. (foto Le Foto di Marzo)

Consiglio numero uno

Non si può riprendere tutto: che si fotografi il carnevale di Venezia, o quello sotto casa. Conviene sempre puntare l’attenzione su uno o due temi e lavorare su quelli. Fotografare è un lavoro di forbici, già quando si organizza l’uscita fotografica. Il tema può essere la gente che assiste al Carnevale, oppure coloro che vi partecipano. Possono essere i bambini o le bancarelle che accompagnano ogni manifestazione. La scelta dipende dagli interessi e dai gusti del fotografo. E anche dall’attrezzatura che possiede. Scegliere uno o due soggetti consente di studiarli meglio e ottenere per questo immagini migliori. Documentarsi sul Carnevale che si va a fotografare è molto importante, se si vogliono ottenere immagini meno banali. Se si riprende una Maschera bisogna fare attenzione all’ambiente che la circonda. Mai lasciarsi prendere dall’entusiasmo e trascurare un certo distacco, indispensabile per accorgersi degli eventuali difetti dell’inquadratura.





Non solo a Rio si possono riprendere le ballerine del Samba. Talora le troviamo anche nelle sfilate del nostro Carnevale. Per meglio esprimere l’idea del movimento meglio usare il flash in TTL con un tempo di sincronizzazione lungo, in modo da avere piacevoli immagini fantasma. Chi fotografa con una compatta, per ottenere l’effetto deve impostare il programma “foto notturna”. (foto Giorgio Marchiori)
Consiglio numero due

Dietro a una buona foto c’è sempre un’accorta regia. Presi dal soggetto, spesso ci si dimentica dello sfondo. Così si hanno soggetti, magari belli e interessanti, che spiccano su sfondi casuali e confusi. Ciò si verifica spesso quando si fanno ritratti alle maschere. Per evitare il difetto è consigliabile costruire sempre la foto, pregando il soggetto di posare davanti a uno sfondo adatto, individuato in precedenza. Suggerire quale sfondo sia preferibile è difficile, se non impossibile, perché dipende dal tipo di maschera. Possiamo affermare che, per dare il massimo rilievo al soggetto, lo sfondo deve essere il più neutro possibile, senza particolari che attirino l’attenzione. L’uso di una focale tele e di un diaframma piuttosto aperto, intorno a f/2.8 o 3.5 serve ottimamente allo scopo, perché rende sfocato e poco comprensibile quanto sta dietro al soggetto.





Le ore di luce nel periodo di Carnevale sono poche, l’uso del flash è d’obbligo. Meglio usarlo nella modalità TTL, con un tempo di sincronizzazione di 1/60 o di 1/30 in modo da utilizzare anche un po’ della luce ambiente e avere piacevoli effetti di “immagini fantasma”. (foto PM Studio)
Consiglio numero tre

A volte lo sfondo può essere interessante nell’economia dell’immagine. Una Colombina ripresa davanti a un ponte veneziano o davanti a un palazzo del Settecento trasmette, in chi osserva l’immagine, anche il sapore del tempo in cui la maschera nacque.
Al contrario si può utilizzare la tecnica del contrappunto per sottolineare l’incongruenza tra maschera e ambiente. La stessa Colombina ripresa davanti a un tram, al volante di un’auto sottolinea l’incongruità della scena e con un tocco di umorismo. In certi carnevali tradizionali e poco turistici, spesso, il particolare di una maschera o di un travestimento è più significativo della ripresa dell’insieme. Un esempio tra tutti: i costumi usati nelle valli dell’Occitania piemontese si riferiscono a un preciso momento storico e ricordano avvenimenti realmente accaduti, il cui ricordo si è poi innestato sulla precedente tradizione del Carnevale.





I particolari dei costumi sono sempre un buon soggetto fotografico. In questo caso il soggetto sono proprio i coloratissimi nastri che ornano i costumi della Baìo, carnevale che si tiene nella valle piemontese del Varaita. (foto PM Studio)
Le fotocamere

La reflex a obiettivi intercambiabili è la fotocamera migliore e più versatile. Tuttavia anche una compatta, dotata di uno zoom con un ampia focale grandangolare, può fornire ottimi risultati. La focale grandangolare è la più usata, quando ci si deve muovere tra la folla, come spesso accade in questo caso. Anche una compatta dotata di obiettivo fisso grandangolare è una buona soluzione. Come suggeriva Bob Capa, il famoso reporter di guerra, se non vai vicino al soggetto la foto non ti viene bene. Il grandangolare permette di andare vicinissimo. Da non dimenticare un filtro skylight da applicare, quando possibile, sulla lente frontale dell’obiettivo e il paraluce. Entrambi serviranno a proteggere l’obiettivo dagli urti, sempre possibili quando ci si muove nella calca. Una buona borsa fotografica completa la dotazione. E’ indispensabile se si usa una reflex con un corredo, anche minimo, di obiettivi.





Carnevale d’Ivrea, Battaglia delle arance.
La tradizione vuole che la battaglia simboleggi la cacciata del signorotto locale da parte del popolo. I carri sono il castello feudale difeso da armati dotati di corazze. Gli assalitori, squadre del popolo, vanno all’assalto senza protezione scagliando arance. Sono assalti veloci e violenti durante i quali il rischio di essere colpiti con violenza da un’arancia è alto e direttamente proporzionale alla distanza del fotografo dal carro assalito. (foto PM Studio)



La Battaglia delle Arance, come altre manifestazioni di questo tipo, si prestano molto bene a costruire una piccola storia fotografica, cogliendo i vari aspetti della manifestazione. (foto PM Studio)
Gli obiettivi

Gli obiettivi usati oggi sono per lo più zoom. Le compatte montano zoom che non offrono focali grandangolari molto ampie. È il loro limite. Le reflex, invece, si possono equipaggiare con zoom grandangolari anche molto spinti. La focale usata più di frequente, e anche quella che più si avvicina al gusto fotografico d’oggi, è il grandangolare. Quando si fotografa in mezzo alla folla diventa indispensabile. Da un punto di vista espressivo esalta la prospettiva ed enfatizza i soggetti in primo piano. Focali equivalenti al 20-24mm del pieno formato sono molto efficaci, però non facili da usare. Il fotografo deve essere bravo a padroneggiare i loro effetti prospettici, se non vuole cadere nella banalità della deformazione. Utile anche lo zoom che permette di riprendere a distanza ravvicinata. Lo si può usare per documentare particolari di costumi e soggetti. Tra gli obiettivi delle reflex è bene preferire quelli più luminosi, dotati di stabilizzazione, specialmente se si preferisce scattare a luce ambiente.





Per far meglio risaltare il soggetto spesso è meglio inquadrarlo su uno sfondo neutro. Nella immagine a destra l’attenzione di chi guarda è tutta sulla maschera, perché lo sfondo è il buio dei portici retrostanti. (foto PM Studio)
Il flash

Il flash non serve soltanto per rischiarare una scena buia. È anche uno strumento per ottenere immagini creative con il soggetto esposto sia dalla luce ambiente, sia da quella del flash. Se il soggetto, o la fotocamera, si muove, si avranno sullo stesso fotogramma due immagini: una ferma, bloccata dal flash e l’altra mossa, esposta dalla luce ambiente. I risultati conferiscono all’immagine un grande dinamismo. Non si possono dare ricette infallibili. Le variabili sono molte: intensità della luce ambiente, intensità del flash, tempo di sincronizzazione, velocità alla quale si muove il soggetto, velocità alla quale si muove la fotocamera. Bisogna farsi un’esperienza. Il consiglio per cominciare è: se si fotografa di giorno, impostare una sensibilità bassa, non superiore ai 200 ISO, un diaframma intorno a f/11, e un tempo di sincronizzazione inferiore a 1/30 di secondo. E poi scattare molto, in modo da imparare dagli errori.





Teleobiettivo e colpo d’occhio sono indispensabili per catturare immagini come questa. (foto PM Studio)
Il soggetto più cliccato

Nessuno rinuncia a riprendere il proprio figlio e i suoi amici quando si mettono in maschera. È utile conoscere alcune regole fondamentali per ottenere buone immagini. Prima di tutto non si deve costringere il bambino a pose forzate, suggerite dall’adulto. Meglio riprenderlo di sorpresa, quando è più naturale e se, a volte, la foto è un po’ mossa o sfocata, poco importa. Sempre meglio di una bella statuina, dallo sguardo fisso e l’espressione improbabile. Al momento della ripresa, ricordarsi che un adulto è più alto di un bambino. Non si deve fotografarlo rimanendo in piedi, ma bisogna abbassarsi all’altezza dei suoi occhi. In caso contrario si avrà una prospettiva schiacciata, con una testa sproporzionata al resto del corpo. Spesso si fotografa in interni ed esistono difficoltà dovute allo spazio in cui ci si muove e all’illuminazione. Spesso è bene non usare il flash, perché può distruggere la particolare atmosfera dell’ambiente e non permette di riprendere il bambino in completa naturalezza. Se è indispensabile una luce supplementare è meglio usare il flash in luce riflessa, dirigendo la sua parabola verso il soffitto.





Nelle valli montane è facile imbattersi, durante il periodo di Carnevale, in avvenimenti che si tramandano immutati da molto tempo. Nelle immagini la Danza delle Spade in Val di Susa. (foto PM Studio)
Gli occhi rossi

Il fenomeno degli occhi rossi è un inconveniente cui si va incontro quando si riprende con il lampo diretto. È causato dal riflettersi della luce sul fondo dell’occhio, ricco di capillari sanguigni. Quanto più la luce ambiente è scarsa tanto più il fenomeno è frequente. La tecnologia fotografica ha escogitato diversi sistemi per ridurlo. I risultati spesso non sono soddisfacenti. Gli occhi rossi non si hanno quando l’asse del flash non è vicino, quasi coincidente, all’asse di ripresa dell’obiettivo. Il consiglio migliore, quindi, è tenere il flash laterale alla macchina fotografica, in modo che la luce piova sul soggetto con una direzione di circa 45 gradi rispetto all’asse di ripresa.

martedì 29 gennaio 2013

Fotografare insetti in volo


Tecniche e consigli per scattare una fotografia ad un insetto in volo.


Questo articolo nasce dai meravigliosi scatti di Letizia Russo, ragazza appassionata di fotografia macro e specializzata negli scatti di insetti in volo. L'argomento è complesso e personalmente me ne sono innamorato, ringrazio quindi Letizia per aver concesso le sue immagini e la sua esperienza nella stesura di questo articolo. Consiglio vivamente a tutti di fare visita al suo splendido sito in quanto contiene scatti di altissimo livello, conditi da un pizzico di simpatia che non guasta mai.






Un safari nel giardino di casa.
Il motivo che mi ha spinto ad acquistare un ottica macro è la complessità del microcosmo che vive in ogni prato che possiamo trovare. Osservare i piccoli insetti che normalmente si limitano ad infastidire i nostri pic-nic apre un mondo nuovo al fotografo, comodamente raggiungibile con spostamenti minimi.
Ovviamente non è necessaria l'attrezzatura più tecnologica e costosa per godere al massimo della fotografia macro, le fotocamere compatte hanno un'ottima gestione degli scatti ravvicinati, anche se purtroppo difettano un po' nella specializzazione degli scatti ad insetti in volo a causa dei troppi automatismi e della messa a fuoco sempre automatica, difetti completamente eliminabili con fotocamere reflex e con ottiche specifiche. Letizia incoraggia tutti a provare questa magica emozione della cattura in volo e si rivolge soprattutto a coloro che sono prevenuti nei confronti delle loro macchine fotografiche, pensando che il mancato successo in questo genere fotografico sia imputabile all' utilizzo di un'attrezzatura base, quando invece questa basta e avanza per fare magici scatti... bisogna solo crederci!

Non sempre è necessaria l'attrezzatura più complessa...

Atrezzatura necessaria ed impostazione della fotocamera.
Come accennato prima, la reflex permette di impostare manualmente il valore ISO (sensibilità) abbastanza alto da permettere di congelare il volo senza incorrere nel mosso che purtroppo in questo tipo di fotografia è spesso presente. Molti fotografi preferiscono l'utilizzo del flash nei loro scatti, io personalmente non amo le immagini piatte e monotone generate dall'utilizzo di flash anulari o classici, così come Letizia preferisco aumentare gli ISO e lasciare l'illuminazione naturale.
La fotocamera andrebbe impostata con un diaframma che oscilla tra f/6.3 ed f/8 per avere una sufficiente profondità di campo, con un valore di ISO che può variare tra 400 e 1600 in base alla luce. Attenzione però a un aspetto strettamente tecnico: spingersi verso l'alta sensibilità (ISO troppo alti) significa forzare l'amplificazione elettronica ed aumentare il rumore delle nostre fotografie, risolvibile comunque con un buon software di fotoritocco e la rimozione del rumore.
La messa a fuoco può essere automatica o manuale in base al tipo di scatto che abbiamo in mente ed alla velocità delle nostre ottiche, ne parleremo comunque in seguito. Per concludere Letizia consiglia di impostare la fotocamera in priorità dei tempi e fuoco in automatico, sentendo un istante prima di scattare quando "giocarsi" la chance.

Un pizzico di entomologia.
L'entomologia è il ramo della zoologia che si occupa di studiare gli insetti e le loro abitudini. Conoscere il carattere dei nostri vari soggetti risulta molto utile nella caccia fotografica. Scrive Letizia: "il bombo per esempio è irruento e si infastidisce immediatamente se vi avvicinate mentre stà bottinando, che caratteraccio! Le mellifere invece sono deliziose, molto disponibili e laboriose!". Queste due righe descrivono meglio di quanto potrei fare io il legame che si forma tra fotografo ed insetto volante dopo un lungo periodo insieme.
Potrebbe anche essere interessante sapere che per fermare il battito delle ali di alcuni insetti in volo occorre che il tempo di esposizione raggiunga valori di 1/5000 o 1/8000, cosa quasi impossibile per molte fotocamere.
Imparate quindi a conoscere i vostri nuovi amici osservandoli e studiandoli, evitando di spaventarli con movimenti bruschi del vostro corpo o della vostra ombra.
Letizia consiglia inoltre di non indossare abiti colorati, usare deodoranti neutri, evitare i profumi, non sfidare insetti pericolosi e prediligere insetti con il bottino sulle zampe, con un volo più lento e l'obbligo di stallare prima dell'atterraggio.


Metodo Statico
Utilizzando un cavalletto per fissare la fotocamera, posizioniamoci vicino ad un fiore che possa apparire interessante come composizione fotografica (sfondo pulito, fiore di bell'aspetto) e prepariamoci ad aspettare l'istante giusto, prevedendo il percorso che l'insetto compirà nell'avvicinamento e magari iniziando ad agganciare la MAF nel punto in cui proveremo a fermare il tempo. Attendiamo l'arrivo dell'insetto in volo con un occhio puntato sul mirino della fotocamera ed uno nei dintorni. Non appena l'insetto si avvicina al fiore spostiamo, se necessario, il punto di messa a fuoco e cominciamo a scattare concentrandoci sull'occhio lasciato aperto dentro il mirino e chiudendo l'altro.

Metodo dinamico.
Sicuramente più divertente del metodo statico, consiste nell'inseguire l'insetto in tutto il suo percorso per poterlo fotografare durante il volo. Avvicinatevi lentamente per non spaventare il vostro soggetto. La messa a fuoco può essere automatica o manuale in base alle necessità. Ovviamente è sconsigliabile attuare il metodo dinamico in prati pericolosi o vicino a burroni in quanto si corre parecchio e l'attenzione è tutta concentrata sul volo dell'insetto.

Consigli e considerazioni finali.
Nel fotografare insetti in volo bisogna mettere in preventivo che di centinaia di scatti ne risulteranno ottimi davvero pochi. La luce, lo sfondo, la messa a fuoco e la posizione del soggetto difficilmente saranno ottimali al primo colpo, quindi non scoraggiatevi e continuate a scattare in quanto la destrezza aumenta proporzionalmente al numero di tentativi. Come per qualsiasi altra tecnica fotografica, imparate dai vostri errori e porterete a casa fotografie davvero interessanti.

giovedì 24 gennaio 2013

Evviva, la neve! Ma perché tutte queste foto sbagliate?



La neve: è decisamente difficile trovare qualcuno a cui non piaccia (tranne quando sei in auto). E se sei un fotografo, difficilmente resisti ad armarti di fotocamera ed uscire ad immortalare i paesaggi e le cose totalmente trasformate da quel candido biancor.

Ma prima di lasciarti trascinare dall’entusiasmo, devo metterti in guardia. La neve è speciale per noi, ma anche per le nostre macchine fotografiche. Perciò possono sorgere deiproblemi tecnici che rovinano le tue foto sulla neve.

Per evitare questi errori, basta applicare dei semplici accorgimenti, te li spiego in questo articolo.
La neve è bianca non grigia

Il più classico errore che puoi fare quando scatti una foto di una scena innevata ti porta adottenere una neve grigia e non candida come dovrebbe essere. Perché?

Il problema, paradossalmente, deriva proprio dal fatto che la neve è bianca e che tende a coprire un po’ tutto (ma dai?) . Così, quando utilizzi la tipica modalità di misurazione dell’esposizione che considera l’intera scena (matrix o valutativa), la fotocamera viene ingannata e cerca di ricondurre come sempre la scena al grigio medio. Quindi, essa sottoespone l’intera scena, ottenendo una neve troppo poco luminosa e, di conseguenza, grigia. Puoi vedere un esempio qui sotto.



Ci sono due soluzioni, entrambe decisamente semplici.

Se vuoi una foto corretta al momento dello scatto, senza dover ricorrere alla post-produzione, usa una compensazione dell’esposizione positiva per controbilanciare la sottoesposizione decisa dalla macchina fotografica. Ancora meglio, sovraesponi nel modo manuale.

La quantità di sovraesposizione sarà attorno a uno stop. Un paio di scatti di prova saranno efficienti per determinarla.

Se non ci hai pensato in anticipo e ormai il danno è fatto, puoi comunque recuperare con qualsiasi programma di fotoritocco. È sufficiente spostare il cursore dell’esposizione verso destra. Ad esempio, qui sotto puoi vedere la versione corretta dell’immagine precedente. Ho aumentato l’esposizione di 1 stop e la neve è decisamente più bianca.



Fai solamente attenzione che aumentando troppo l’esposizione,rischio di aggiungere rumore nelle zone della foto che inizialmente erano oscure.
La neve non è nemmeno blu

Oltre all’esposizione, la neve può mandare in crisi anche il bilanciamento del bianco. In particolare può accadere che l’intera foto abbia una sfumatura tendente al blu, perché la forte luminosità della scena confonde la fotocamera.

Al momento dello scatto puoi evitare questo problema impostando il bilanciamento del bianco sul valore “ombra” oppure “nuvoloso”. Per essere ancora più preciso, usa uncartoncino grigio per determinare un valore di bilanciamento del bianco personalizzato.

Anche in questo caso, a cose fatte puoi intervenire in post produzione. Tutti i programmi di fotoritocco consentono di selezionare l’opportuno bilanciamento del bianco, trascinando l’apposito cursore. Per essere totalmente sicuro di poter modificare il bilanciamento del bianco senza perdere qualità nell’immagine, il mio consiglio è sempre di scattare in RAW.

Qui sotto puoi vedere due foto: la prima con il bilanciamento del bianco tendente al blu, la seconda con il bilanciamento del bianco corretto.


Ancora sull’esposizione

Il candore della neve può essere un problema non solo perché inganna l’esposimetro. In presenza della luce solare, quindi non all’ombra o sotto le nuvole, la neve risulta molto più luminosa dei tuoi soggetti, persone e cose.

In queste condizioni, se esponi correttamente la neve, le altre cose presenti nella scena risultano troppo scure, praticamente delle sagome. In post-produzione, questo potrebbe essere troppo da correggere, vediamo allora come farlo al momento dello scatto.

Il modo migliore è usare la misurazione dell’esposizione spot, parziale o pesata al centro. Se dirigi il punto di messa a fuoco, nei primi due casi, o il punto centrale dell’inquadratura verso l’elemento della scena che vuoi esporre correttamente, la fotocamera non verrà ingannata dalla neve (trovi informazioni più approfondite su questo in procedura nell’articolo L’esposizione corretta esige una buona mira).

L’effetto collaterale di questa tecnica è che sovraespone la neve, facendole quindi perdere dettaglio. Ovviamente devi decidere a priori se vuoi esporre correttamente i soggetti oppure la neve. Per averli entrambi, dovrai ricorrere all’HDR.
Anche la messa a fuoco può andare in crisi

Se vuoi mettere a fuoco un punto completamente coperto dalla neve, probabilmente il motore di messa a fuoco continuerà ad andare avanti e indietro senza pace. Questo perché gli algoritmi di messa a fuoco hanno bisogno di un punto di contrasto per funzionare.

La soluzione qui consiste nell’identificare un elemento colorato o perlomeno scuroche si trovi alla stessa distanza rispetto a te del punto che vuoi mettere a fuoco. Poi procedi così:
sposta il punto di messa a fuoco su di esso oppure cambia inquadratura in maniera da spostare il punto di messa a fuoco dove serve,
metti a fuoco premendo il pulsante di scatto a metà corsa
ricomponi e scatta.

Altrimenti, usando la messa a fuoco manuale puoi valutare la messa a fuoco ad occhio, nel mirino o sullo schermo, però così è molto più difficile.
Ora puoi andare

Ora che sai come prevenire i tipici errori del fotografare sulla neve, puoi uscire con la fotocamera a cuor leggero.





Autore: Alberto Cabas Vidani


Alberto è il creatore di FotoComeFare e l'autore della maggior parte degli articoli. Fotoamatore appassionato, condivide le sue conoscenze in maniera da renderle il più possibile comprensibili a fotografi di qualsiasi livello.

domenica 20 gennaio 2013

5 consigli facili facili per foto sportive memorabili

FotoComeFare HomeFotoComeFare HomeFotoComeFare Home




Autore: Alberto Cabas Vidani


Alberto è il creatore di FotoComeFare e l'autore della maggior parte degli articoli. Fotoamatore appassionato, condivide le sue conoscenze in maniera da renderle il più possibile comprensibili a fotografi di qualsiasi livello.




Immaginiamo questa situazione: un amico che sa quanto siamo appassionati di fotografia e ha già apprezzato alcuni dei nostri lavori, ci chiede di documentare un’importante partita della sua squadra di calcio e noi, ovviamente, accettiamo con entusiasmo. Verifichiamo allora di avere il giusto equipaggiamento e studiamo quali sono le migliori impostazioni per la fotografia sportiva. Fatto ciò siamo pronti per la nostra missione, ma sappiamo bene che la giusta attrezzatura correttamente impostata non è sufficiente a garantire delle belle foto. Come facciamo ad ottenere degli scatti veramente memorabili per celebrare al meglio l’evento sportivo?
Mettere a fuoco i volti

L’abbiamo visto anche parlando di ritratti fotografici: quando si fotografano persone è fondamentale che gli occhi siano a fuoco. Allargando l’inquadratura, è importante chel’intero volto sia a fuoco. Ciò permette di catturare i dettagli delle espressioni che convogliano le emozioni dei protagonisti e permettono quindi anche a chi osserva la foto di riviverle.




Intense di AJ Guel Photography

Per essere sicuri di mettere a fuoco i volti dei giocatori, stiamo attenti a quale punto o area di messa a fuoco selezioniamo. Come abbiamo visto nell’articolo sulle impostazioni per la fotografia sportiva, meglio usare la messa a fuoco continua e la selezione area AF dinamica. In questo modo, la fotocamera ci aiuterà a tenere a fuoco i volti dei giocatori in movimento.
Studiare i giocatori

Come succede nella fotografia ai concerti, ci accorgeremo che gli atleti avranno deicomportamenti caratteristici che tenderanno a ripetere. Ad esempio, frequenteranno di più alcune zone del campo, tenderanno a spostarsi secondo schemi predefiniti (caratteristico di molte discipline sportive), reagiranno in maniera più o meno vistosa ad alcuni eventi, come una scelta discutibile dell’arbitro o un errore di un compagno di squadra. Per fortuna, gli eventi sportivi hanno una durata piuttosto lunga, perciò possiamo usare i primi minuti per studiare questi i comportamenti e poter prevedere successivamente i momenti migliori per fotografare un determinato giocatore.
Studiare il luogo

Le caratteristiche peculiari del luogo dove si tiene un evento sportivo possono sia facilitare che complicare il lavoro di un fotografo, sia fornire opportunità per migliorare le foto che rischiare di rovinarle. È importante quindi analizzare bene il luogo in cui ci si trova per ottenere i risultati migliori. Alcune cose da tenere d’occhio sono:
da che direzione arriva la luce, e come gli oggetti presenti eventualmente la modificano riflettendola, filtrandola (se siamo all’interno, soprattutto) o creando ombre,
cosa c’è intorno, perché sappiamo che lo sfondo è importante, quindi ciò che si trova attorno al campo di gioco contribuisce attivamente all’esito di una foto,
quali sono i posti migliori da cui fotografare, sia per la vicinanza all’azione, sia per l’assenza di ostacoli tra essa e il fotografo.

Una volta imparate le caratteristiche importanti del luogo in cui andiamo a fotografare, facciamo in modo di garantirci i migliori posti per assistere all’azione. Ovviamente, se parliamo di una partita di serie A, sarà difficile. Ma in una situazione come quella citata all’inizio, che è molto frequente, trattandosi di eventi meno blasonati, sarà facile ottenere la possibilità di scegliersi i posti migliori.
Conoscere lo sport

Suona ovvio, ma è indispensabile sapere come funziona lo sport che andiamo a fotografare. È necessario sapere quali azioni portano a momenti di maggiore tensione o di maggiore esultanza. È bene conoscere le regole per poter intuire quando un intervento dell’arbitro potrebbe portare a reazioni più vive da parte degli atleti, e così via. Senza avere questa conoscenza, la probabilità di perdere alcuni momenti importanti è molto alta. Finchè si tratta di fotografare uno sport molto diffuso, come il calcio ad esempio, probabilmente il problema non si pone. Ma quando andiamo a fotografare una partita di rugby, oppure un’esibizione di ginnastica artistica, allora le cose potrebbero farsi più complicate. Spesso, per accumulare un minimo di conoscenza, è sufficiente informarsi un po’ su Internet leggendo qualche testo e guardando qualche video.
Attenzione ai perdenti e ai panchinari




Loser di khaleel haidar

Chiaramente, la maggior parte degli eventi degni di nota durante un evento sportivo avviene sul campo e l’esultanza dei vincitori fornisce degli ottimi soggetti fotografici. Per documentare ogni evento in maniera più completa, però, è bene avere un occhio di riguardo anche per i perdenti, chi subisce un gol ad esempio, perché anche questitrasmetteranno delle emozioni che, oltre a far parte del gioco, probabilmente daranno la possibilità di scattare foto significative. Anche altre situazioni lontane dal gioco possono fornire degli spunti validi, come ad esempio la panchina nel calcio, dove i giocatori comunque partecipano reagendo a quello che avviene sul campo.
Cos’altro?

Questi sono alcuni dei più importanti e ricorrenti consigli che mi è capitato di leggere, alcuni dei quali ho potuto anche mettere in pratica. Essi valgono sia per la fotografia sportiva sia per occasioni simili, in cui c’è molta azione, come ad esempio i giochi organizzati tra bambini.

Ognuno di noi poi può avere avuto le proprie esperienze in quest’ambito. Avete altri consigli per fotografare lo sport e l’azione? Condivideteli inserendo un commento qui sotto.

sabato 12 gennaio 2013

Foto che amiamo: il meglio del 2012



Foto che amiamo: il meglio del 2012


Le grandi foto di attualità dell'anno appena concluso scelte mese per mese dai photoeditor di National Geographic




Gennaio 2012: Un messaggio per l'anno nuovo
Fotografia di Brandon Smith, Your Shot
A Los Angeles si festeggia l'anno nuovo con baci e messaggini. 

Perché ci piace
"Potrei dirvi che questa immagine racconta come iI nostro rapporto con la tecnologia abbia soppiantato le relazioni umane reali, ma in verità sono attratto dalla foto per motivi più viscerali: preferirei decisamente essere nei panni dei soggetti sulla sinistra piuttosto che di quello sulla destra. E anche voi". —Dawn Deeks, associate photo editor

"Il flash, con la sua luce forte e cruda, rende efficace questa foto, che ci mostra gente giovane e sexy che festeggia in una stanza affollata”. –Sarah Polger, senior photo editor






Febbraio 2012: Vista paradisiaca
Fotografia di Serkant Hekimci, My Shot

Un ragazzo osserva le luci sul soffitto della moschea blu di Istanbul, in Turchia, che sembrano imitare le stelle del firmamento.
Perché ci piace

"Mi piacciono molto le figure indistinte in preghiera sullo sfondo contrapposte all'ossessione del ragazzo per le luci del soffitto. È una foto che mi ricorda che non possiamo mai vedere il mondo con gli occhi degli altri”. —Echo Xie, photo intern

"La posa insolita del ragazzo rende questa immagine di un luogo molto fotografato decisamente più interessante del solito. L'attenta composizione realizzata dal fotografo fa sì che non veniamo distratti dai molti dettagli che caratterizzano l'interno di questa moschea”. —Chris Combs, news photo editor



Marzo 2012: Senza tetto
Fotografia di Billy Weeks, AP

Justin Pace mette ordine nella sua casa di Harrison, nel Tennessee, colpita da un tornado il 3 marzo. I forti temporali che si sono scatenati per diversi giorni hanno dato vita a decine di tornado che hanno spazzato gli USA dal Golfo del Messico fino a Grandi Laghi a partire dal primo marzo.


Perché ci piace

"Questa immagine ci mostra la forza assoluta e la casualità con cui colpiscono le forze della natura. Il tetto è stato letteralmente strappato dalla casa, ma il casco da football sulla libreria è rimasto al suo posto”. —Monica Corcoran, senior photo editor

"L'inquadratura di questa foto la fa assomigliare a un'immagine costruita in studio: la casa senza tetto, l'uomo che mete in ordine, gli alberi caduti fuori.... È doloroso pensare che si tratta invece di una scena reale, con persone vere che soffrono per la perdita”. —Echo Xie, photo intern



April 2012: Corsa a colori
Fotografia di Mindy Schauer, Orange County Register/AP

Corridori completamente ricoperti di polvere colorata tagliano la linea del traguardo della Color Run 5K a Irvine, California, il 22 aprile.

Questa bizzarra corsa di 5 km prevede una "stazione di coloramento" a ogni chilometro in cui i corridori vengono inondati di un colore diverso. Il culmine è al chilometro cinque, con la "mischia Pollock" qui raffigurata.


Perché ci piace

"I colori saturi che volano nell'aria mi fanno subito pensare al festaval dell'Holi in India. Ci si aspetterebbe di vedere indiani in festa a Mumbai, invece, nella parte bassa della foto, ci rendiamo conto che siamo in California!" - Sarah Polger, senior photo editor

"Vediamo un sacco di fotografie suggestive del festival dell'Holi in India con colori che volano ovunque, ma in questa i soggetti sono tutti in fila, il che ci permette di vedere la cinematografica espressione del viso di ognuno." - Chris Combs, news photo editor









Maggio 2012: L'amore delle spirogire
Fotografia di Greg Parker, My Shot

In questa immagine ripresa al microscopio, due filamenti di alga spirogira si riproducono sessualmente. Le cellule dei filamenti si uniscono attraverso ponti di connessione che permettono lo scambio di informazioni genetiche.

Le cellule di spirogira, che prendono la forma di filamenti sottili in ruscelli e specchi d'acqua dolce, contengono cloroplasti (organuli che contengono clorofilla e che permettono alla pianta di generare energia attraverso la fotosintesi) la cui disposizione a spirale dà il nome a queste alghe.

Perché ci piace

"Bottiglie d'acqua? Un'opera d'arte? Una visione del mondo microscopico che ci circonda che risulta al tempo aliena e familiare". –Sarah Polger, senior photo editor

"Queste viscide cellule d'alga risultano piuttosto gradevoli alla vista con la luce - e l'ingrandimento - giusti". –Chris Combs, news photo editor









Giugno 2012: Cure intensive
Fotografia di Chen Zhongqiu

Una squadra di soccorso tenta di tagliare le estremità di un tondino di ferro dal corpo di un operaio cinese. Il 12 giugno, un operaio di un cantiere di Ningde è rimasto letteralmente impalato da una macchina che, guastandosi, lo ha trafitto sparandogli un tondino di ferro nel corpo. Le due estremità del tondino spuntavano dal petto e dalla schiena. L'operaio è stato sottoposto a un intervento di 5 ore.

Perché ci piace

"Nonostante la scena sia tesa e caotica - le scintille, la lama che taglia l'acciaio, i denti stretti - il fotografo è riuscito a scattare una foto limpida e avvincente che ci permette di apprezzare appieno tutti i dettagli, compresa la persona sullo sfondo che riprende la scena con il cellulare". —Alexa Keefe, photo producer









Luglio 2012: Stonehenge gonfiabile
Fotografia di Jae C. Hong, AP

Operai addetti all'installazione di "Sacrilege," una replica gonfiabile di Stonehenge montata il 21 luglio sulla Greenwich Peninsula di Londra in occasione dei Giochi Olimpici del 2012.


Perché ci piace

"Forse non sarà intenzionale, ma questa immagine di uomini che spostano una Stonehenge gonfiabile sembra suggerire, in maniera quasi misteriosa, come fu eretto il monumento vero tanti anni fa." —Katel LeDu, director of photography


Agosto 2012: La guerra in casa
Fotografia di Goran Tomasevic, Reuters

Un combattente dell'Esercito di liberazione siriana spara da una casa di Aleppo, Siria, il 14 agosto, nel corso dei sanguinosi scontri con le truppe governative.
Perché ci piace

"Il contrasto tra la posizione tesa del cecchino e il combattente a gambe incrociate che mangia sul divano stimola la mia curiosità. Le tende, il candelabro e i divani ci danno un'idea di come era questa sala, un'idea ben lontana da ciò che vediamo nella foto: un bunker abitato da combattenti”. —Monica Corcoran, senior photo editor




Settembre 2012: Dietro le quinte
Fotografia di Jon Gambrell, AP

Una ballerina attende di salire sul palco al teatro New Afrika Shrine di Lagos, Nigeria,il 16 settembre. Femi Kuti, figlio della leggenda dell'afrobeat Fela Kuti, si esibisce in questo spazio ogni settimana.


Perché ci piace

"È evidente che il fotografo ha prestato attenzione a tutti quei dettagli sullo sfondo che sfuggirebbero a uno spettatore qualunque, come ad esempio la lamiera di metallo sul tetto in alto a sinistra. Nel contempo, ha aspettato di cogliere un atteggiamento particolare della ballerina”. - Chris Combs, news photo editor





Ottobre 2012: La corsa dei girini
Fotografia di Eiko Jones, Your Shot

Come un plotone di alieni, un gruppo di girini nuota attraverso una selva di ninfee acquatiche in un'immagine inviata a a MyShot il 10 ottobre.
Perché ci piace

"Questa immagine illustra meravigliosamente come una macchina fotografica può diventare un mezzo di evasione. Qui vediamo un mondo criptico, e scopriamo una prospettiva nuova e insolita: faccia a faccia con i girini, in un paesaggio che non vorrei mai abbandonare". - Amina El Banayosy, photo intern

"Questa non è una classica fotografia subacquea. Il colore, la luce e il soggetto sono unici. I girini mi ricordano un esercito in formazione... " - Monica Corcoran, senior photo editor



Novembre 2012: Signore in rosso
Fotografia di Ed Jones, AFP/Getty Images

Pechino: due hostess si abbracciano per ripararsi dal freddo di piazza Tiananmen durante l'arrivo dei delegati alla sessione finale del congresso nazionale del Partito comunista cinese, il 14 novembre. Il congresso ha incoronato la nuova leadership cinese, con l'ex vicepresidente Xi Jinping che ha preso il posto di Hu Jintao.


Perché ci piace

"Questo scatto mi ha colpito perché sembra quasi che le due hostess, abbracciandosi per riscaldarsi, approfittino anche per scambiarsi qualche segreto. Con i loro cappelli e le divise rosse sembra facciano parte non solo di un gruppo di lavoro, ma anche di una specie di 'sorellanza'. Mi ha ricordato il rapporto di affetto che mi lega alle mie amiche". —Katel LeDu, director of photography






Dicembre 2012: L'albero solitario
Fotografia di Jeremy Lock, Your Shot

Un questa immagine caricata il 15 dicembre su Your Shot, il fotogiornalista Jeremy Lock ha "catturato" i rami secchi di un albero morto che spunta dalla volta arborea della foresta pluviale in Honduras.


Perché ci piace

"A volte abbiamo bisogno di una vacanza visiva, e questa foto ce la concede. È semplice ed esplicita, nonché serena e gradevole alla vista". - Monica Corcoran, senior photo editor

"È bello vedere un fotografo così abile nell'uso del colore”. - Chris Combs, news photo editor

giovedì 10 gennaio 2013

Fotografia digitale: come capire quanta passione hai...

Dal sito......... http://www.alfonsomartone.itb.it/czgwog.html

Tutti quelli che hanno comprato una fotocamera digitale subito dicono di essere appassionati di fotografia. Ma... sarà sempre vero? Scoprilo leggendo questa ferocissima pagina (più le altre pagine che ho indicato qui) e poi non venire a dirmi che ti senti Grandemente Offeso! ;-) Questa pagina è nata a seguito di cumuli di email e di chiacchierate tra il sottoscritto e persone sedicenti appassionate di fotografia!

Nel momento in cui schiacci il tasto per scattare una foto, stai mettendo la firma a questi fattori:
ciò che vedi nella scena (nel senso biologico del guardare);
ciò che intendi vedere nella scena (gli elementi più importanti);
ciò che la scena ti suggerisce (interpretazione di detti elementi);
ciò che gli altri vedranno e proveranno nel vedere la foto, più ciò che sarà possibile tirar fuori dalla foto in sede di editing e di presentazione o stampa.

Dalla lista qui sotto si deduce quanta passione hai per la fotografia (nota bene: i fotografi di professione possono anche non essere per nulla appassionati di fotografia, al pari di un meccanico di automobili che pur conoscendo tante cose di motori, è nel tempo libero attratto da ben altro... per esempio, dalla fotografia digitale!).

Ecco la lista:
al primo livello si fermano i deficienti della fotografia, quelli per cui fotografare significa schiacciare un tastino e aspettarsi tante magiche magie; costoro arricchiscono le case produttrici comprando fior di fotocamere (dalle economiche alle supergalattiche) per poi usarle per al più qualche decina di scatti. Qualche esempio delle loro affermazioni tipiche:
guarda quant'è piccola, ebbene, non ricordo quanti megapixel è, ma è comunque molto potente e molto piccola, veramente molto potente...
guardala, ha anche lo zoom!
no, non toccarmi la configurazione, perché poi non so come rimettere il flash in automatico!
dimmi la verità, hai fatto qualcosa? ho visto che giravi nei menu della fotocamera!


al secondo livello ci sono quelli che credono che la foto consista nel "soggetto famoso" e quindi scattano solo quando vedono un paesaggio o quando vedono il loro deficientissimo cane (e qui dalle nostre parti c'è il proverbio tal' can', tal' padròn': quanto più patetico è il cane, tanto più patetico vedrai essere il suo padrone). Anche questi, dopo aver comprato una fotocamera superpotenziatissima, ne usano sempre e solo un'unica funzionalità (quella in automatico) e si limitano, nel corso della "vita" della fotocamera, a non più di poche centinaia di scatti. Qualche esempio delle loro affermazioni tipiche:
eh, ieri sono andato in montagna, quante foto che ho scattato!
eh, tra un po' di mesi, quando prendo le ferie ad agosto, andrò in montagna, e mi porto la fotocamera digitale che ho appena acquistato!
ma sapessi com'è bello il mio cane quando gli scatto le foto!


al terzo livello ci sono tipicamente solo i fanatici della tecnologia, per i quali comprare una fotocamera significa usarla per qualcosa di più del modo automatico (il famosissimo modo "P" di tutte le fotocamere recenti), e quindi, tra smanettamenti e intenzione di sfruttare la fotocamera perlomeno per ogni centesimo di quel che è costata, scattano nel ciclo di vita della fotocamera anche qualche migliaio di foto. Naturalmente, per loro l'importante è il piacere di scattare, e quando mostrano una foto a qualcuno è solo per dire come si sentivano bravi e artisti nel momento in cui la scattavano. Magari snoccioleranno tutti i parametri tecnici della foto, e magari avranno pure "centrato" un bel "bersaglio", ma la stragrande maggioranza delle loro foto non interesserà a nessuno. Io stesso, nei primi tempi di realizzazione di questo sito, ero in questa categoria.
A questa categoria vanno assegnati d'ufficio anche i sedicenti super-esperti di fotografia, quelli che spendono milionate per comprarsi attrezzature da finimondo, fanno "appostamenti" da 007 per fotografare chissà che cosa, e poi presentano foto che in fondo in fondo "capiscono" ed "apprezzano" solo loro, foto che se hanno qualcosa di "artistico" allora c'è capitato dentro per sbaglio.
Qualche esempio delle loro affermazioni tipiche:
effe due otto un cinquecentesimo di secondo più e-due punto zero e senza flash!
l'ho dovuta ridurre per il sito ma è molto bella anche a dimensione originale;
guardate tutti che foto curiosa ho scattato!
come, non hai capito niente? sono uccelli! c'era poca luce ed io sono riuscito a scattare! ma sei proprio un incompetente!


al quarto livello finalmente ci sono gli appassionati come me, e la scala di misura diventa "quante ore al giorno dedichi alla fotografia", tenendo presente che il vero fanatico nullafacente si può dedicare ad un hobby a tempo pieno, che si tratti di una dieta dimagrante o della passione per la fotografia, delegando altri esseri umani a lavorare per nutrirlo, vestirlo, comprargli accessori per le fotocamere, etc. La mia passione per la fotografia è nata grazie al sudore della mia fronte (ogni centesimo che ho speso in questo campo ha ancora l'odore del sudore dell'onesto lavoro dipendente, e sono convinto che chi non si guadagna da solo i soldi da spendere per fotocamere e accessori, prima o poi ne verrà a noia).
A questo livello, l'importante non è solo il "bel soggetto" per attrarre al limite il complimento o la curiosità di chi non capisce niente di fotografia.

Evviva i gonzi!!! Dopo che per la centesima volta qualcuno ha detto in mia presenza: "vorrei avvicinarmi al mondo della fotografia digitale, secondo te va bene il modello XYZ?" (modello superpotentissimo e supercostosissimo), ecco cosa ho risposto...

...Il mio problema è questo: vorrei avvicinarmi alla fotografia"...

Spendere qualche migliaio di euro per "avvicinarsi" mi sembra un po' curioso. Una volta che ti sei avvicinato e vuoi passare allo step successivo, cosa comprerai? ;-)

Il primo investimento da fare è una digitale super-economica, comprata in qualche negozietto di periferia - sai, in una di quelle salumerie che vendono tutto, ma proprio di tutto: vai lì e fai la spesa, lenzuola, braccialetto d'oro, giubbino semi-metallaro con borchie di plastica, fotocamera digitale economica, e salame paesano... dalle mie parti ce ne sono parecchie... qualsiasi cosa chiedi, il salumiere si gira, con la matita ancora appoggiata sull'orecchio, ti dice: "un momento", va nel retro, e tira fuori forse non l'ultimissimo modello, ma certamente qualcosa di appetibile.

Meglio ancora se la fotocamerina è comprata a casaccio, senza "indagare". La prima che trovi esposta in vetrina nel momento di massima noia possibile.

Cominci a smanettare con quella. Cominci a capire cosa significa fare post-processing alle foto, cosa significa trovarti con le batterie a terra alle dieci del mattino durante un'escursione giornaliera in montagna, cominci a capire cosa significa sbagliare la messa a fuoco sullo scatto più importante della tua carriera, cosa significa un nuvolone grigio che oscura il sole, cosa significa usare il flash per illuminare la Luna (n.b.: IERI SERA davvero mi hanno chiesto esattamente questa cosa: "una foto della Luna? che bello! hai usato il flash, vero?!", come se bastasse un flash per illuminare la Luna da casa tua)... e soprattutto non ti verranno i crampi al cuore nel momento in cui ti accorgi che la lente è graffiabilissima, la sabbia è attirata magicamente verso qualsiasi parte della fotocamera, i pollici sudaticci dei tuoi amici sono perennemente parcheggiati sull'obiettivo, il tempo per ridurre, aggiustare e ritagliare una foto da mandare via email può essere biblico...

Esatto, la prima fotocamera che ti capita di comprare, meglio se la più economica. Non è un mistero che esista gente incapace di scattare una foto decente con la più costosa delle fotocamere, e non è comprando una Ferrari che si diventa più bravi di Schumacher.

Una volta accumulata sufficiente esperienza (da un po' di settimane a qualche mese, a seconda dell'impegno profuso e della passione) puoi cominciare ad indagare su un modello un po' più serio (non quelli "super-potentissimi", non è ancora il momento... non puoi passare da un momento all'altro da una Fiat 850 ad una Bugatti Veyron).

Sempreché tu non ti sia annoiato nel frattempo, ovviamente. Le grandi case si vantano di vendere milioni di fotocamere "professionali" senza precisare quanti gonzi hanno contribuito comprando una macchinona super-famosa di cui si sono annoiati dopo neanche qualche decina di scatti. Ho l'onore di conoscere diversi gonzi, che ovviamente hanno saputo prodursi in scempiaggini del genere anche al di là del campo fotografico.

Nota personale indirizzata al sottoscritto: ma perché sono così imbecille? Lunga, lunga vita ai gonzi! i gonzi trainano il mercato, i gonzi cancellano l'argomento "sarebbe grandiosa ma ne venderemmo poche" che ostacola lo sviluppo e la diffusione di nuovi potentissimi modelli! W i gonzi!! vi prego, gonzi, comprate le fotocamere più belle e potenti in circolazione: gli appassionati e le case costruttrici vi elogeranno perché grazie alle vostre scelte "furbe" e "prestigiose" potranno andare avanti allegramente!

Importante: nel primo episodio di Yawara (a fashionable judo girl) il fotografo usa la solita Nikon con obiettivo "AF Nikon F3.5 - 4.55" (4.55...? ah, ah! e non doveva essere un Nikkor, anziché un "Nikon"?) e scatta una raffica di foto "al volo".

Un paio di osservazioni:
solo le fotocamere a pellicola e alcune fotocamere digitali di fascia molto alta hanno un tempo di "avviamento" (accensione) sotto il mezzo secondo (il tempo di reazione che stimerei per una persona sveglia); a questo tempo occorre aggiungere il tempo minimo indispensabile per la messa a fuoco (non meno di mezzo secondo, tra tempo "tecnico" della macchinetta e tempo "mentale" per capirlo ed ordinare al dito di schiacciare per scattare);
la FZ20 parte da F/2.8, ha sufficiente zoom, ha un warm-up di circa quattro secondi, e scatta una raffica di sole quattro foto (diventano sette se si abbassa un pochino la qualità JPEG); personalmente preferisco usare la qualità massima, anche e soprattutto per evitare di scattare sette foto ad uno stesso soggetto (nel 90% dei casi, delle 4 foto ne scarto non più di 3);
quando si va in giro, raramente si è pronti come il fotografo rappresentato nelle scene citate; peraltro, pochi secondi prima, lo si vede giocare con lo zoom manuale...
...e come se non bastasse, la distanza effettiva dalla scena fotografata è molta, la luce è a sfavore, e ciononostante le foto vengono decisamente bene (addirittura con troppo zoom); viene da pensare che il tizio abbia usato non meno che una FZ20 con 12×, presumibilmente a F/5.6, ed abbia lavorato alquanto di postprocessing (infatti la foto finale appare alquanto "satura").

Vogliamo chiamarlo action shooting? oppure sports? :-)


Un treno espresso sta attraccando a Napoli centrale


mercoledì 2 gennaio 2013

Il panning: ritrarre il movimento


Il panning: ritrarre il movimento
Di Alberto Cabas Vidani




Ci troviamo tutti spesso in situazioni in cui vogliamo assolutamente fare in modo di evitare foto mosse. Compriamo obiettivi stabilizzati, poniamo attenzione a scegliere il giusto tempo di posa (o tempo di esposizione), ricorriamo a costosi flash. Come spesso accade in fotografia, ma anche in altre arti, ciò che in molti casi è da evitare, in altri diventa proprio uno strumento creativo. L’effetto mosso nelle foto, infatti, non è sempre un difetto. Talvolta, esso può suggerire una sensazione di movimento e di velocità. Un buon modo per ottenere l’effetto mosso a questo scopo è usare la tecnica del panning. Andiamo a vedere come farlo.





The Runner di Hamed Saber
Cos’è la tecnica del panning

“To pan”, in inglese, è il verbo che, tra le altre cose, indica l’azione di fare una panoramica. Il panning è una tecnica facile da descrivere, meno facile da applicare. Si impiega per fotografare i soggetti in movimento e consiste nel seguire con la fotocamera il movimento del soggetto inquadrato, scattando la foto prima che esso esca dall’inquadratura. Così facendo, avendo opportunamente impostato la fotocamera, otterremo una foto in cui il soggetto in movimento risulterà ben definito, mentre lo sfondo sarà mosso. Come potete vedere dagli esempi in questa pagina, grazie a questa tecnica otteniamo foto estremamente dinamiche, che trasmettono bene l’impressione della velocità e del movimento.
Quali impostazioni e strumenti usare per il panning

Per poter sfruttare adeguatamente il panning, è necessario scegliere le giuste impostazioni sulla macchina fotografica:
la modalità di scatto deve essere quella manuale o a priorità di tempi, in maniera da poter controllare il tempo di esposizione,
il tempo di esposizione deve essere sufficientemente lento da creare l’effetto mosso sullo sfondo (andrà quindi proporzionato alla velocità del soggetto che inseguiamo, sicuramente sarà non superiore a 1/60s),
la modalità di autofocus dovrà essere continua, per aiutarci a seguire l’oggetto in movimento (la modalità di messa a fuoco automatica, preimpostata sulle macchine fotografiche, andrà bene),
la modalità di selezione area autofocus deve essere a punto singolo ma dinamica, in modo da permetterci di posizionare dove preferiamo il punto di messa a fuoco ed aiutarci a seguire il soggetto, eventualmente correggendo la messa a fuoco,
la stabilizzazione va disabilitata, per evitare che la macchina tenti di eliminare l’effetto mosso che noi invece vogliamo introdurre.




WTF? di Pixel Addict

Come potete vedere, queste impostazioni suggeriscono che è necessario avere una fotocamera che permetta un certo controllo al fotografo. In particolare è fondamentale che siano disponibili il modo manuale o a priorità di tempi. Tutte le reflex digitali e le fotocamere bridge sono dotate di queste modalità di scatto. Per quanto riguarda le digitali compatte, invece, solo i modelli più avanzati ne dispongono.

Inoltre, dovremo “impostare” correttamente anche la nostra posizione. I risultati più evidenti si ottengono quando il movimento del soggetto da fotografare è più o meno parallelo alla nostra posizione.

Il panning si applica senza problemi tenendo la macchina in mano. Quando però si usa un obiettivo pesante, potrebbe tornare utile aiutarsi con un monopiede o un treppiedecon la testa mobile. Avendo meno libertà di movimento, bisognerà avere maggiore perizia nel seguire il soggetto e nel posizionarsi correttamente rispetto ad esso.
Come si fa il panning?

Dopo aver impostato correttamente la macchina fotografica e scelto la posizione corretta, manca un unico preparativo. Infatti, è necessario studiare il movimento del soggetto che vogliamo fotografare. Dobbiamo essere in grado di intuire almeno approssimativamente la sua traiettoria. In questo modo, saremo in grado di seguirlo senza perderlo troppo presto. Inoltre, potremo scegliere meglio la nostra posizione.

Terminati i preparativi, quando il soggetto si presenta, dobbiamo eseguire la seguente procedura:
posizionare il soggetto nell’inquadratura in corrispondenza al punto di messa a fuoco prescelto,
cominciare a seguire il soggetto per “sincronizzarci” con la sua velocità,
premere il pulsante di scatto fino in fondo, delicatamente, per non introdurre vibrazioni eccessive (ricordiamoci che il tempo di esposizione è lento, quindi queste sono più visibili),
dopo aver lasciato il pulsante, continuare a seguire il soggetto per un attimo, in maniera da essere sicuri che il diaframma si sia chiuso.

Un accorgimento ulteriore che si può avere è quello di effettuare scatti multipli, selezionando l’opportuna modalità e tenendo premuto il pulsante di scatto.
Non è facile




Jousting di Jeff Kubina

Per impiegare la tecnica del panning, come abbiamo visto, non sono necessari particolari strumenti e quasi tutte le macchine fotografiche in commercio vanno bene. In realtà, però, quando la si mette in pratica ci si accorge che non è semplice utilizzarla con successo. Non è semplice in particolare ottenere esattamente il risultato desiderato per ogni foto. È importante quindi prendere dimestichezza, sperimentando il più possibile. Quando saremo esperti, sapremo intuire velocemente quale tempo di esposizione usare e come posizionarci nella maniera migliore. Fortunatamente, è molto facile trovare soggetti in movimento con cui fare esperimenti. Basta posizionarsi a lato di una strada e fotografare le auto o comunque sfruttare il movimento di cui pullulano tutte le nostre città.