lunedì 18 febbraio 2013

Fotografare con poca luce



  

Dal sito...........  
Come fare fotografie al buio o con poca luce

Moltissime persone mi scrivono per chiedermi consigli su come fare fotografie quando c'è poca luce, come ad esempio a teatro o a concerti, oppure come fotografare sport in ambienti chiusi come ad esempio palestre e palazzetti dello sport.
Per fotografare questo genere di eventi al meglio è necessario avere una reflex digitale e obiettivo luminoso cioè con un diaframma apribile a 2,8 o anche di più (ad esempio a 1,8 , 1,4 o 1,2).
L'obiettivo che uso in questi casi è il Canon 70-200 2.8 L IS USM, un ottimo obiettivo che viene utilizzato da migliaia di professionisti in tutto il mondo per fotografare soggetti abbastanza vicini. Talvolta utilizzo anche obiettivi a focale fissa molto più luminosi.
Il flash

Come ho detto nell'articolo relativo agli ISO in cui ho analizzato tecnicamente se è meglio usare il Flash oppure alzare gli ISO, ci sono molte cose da considerare riguardanti il flash.
Il flash è uno strumento davvero utile (direi fondamentale) però a volte potrebbe togliere la luce giusta che in certe immagini (Come ad esempio nelle rappresentazioni teatrali) che è fondamentale per avere foto emozionanti.
Non dovete pensare che sia un trauma utilizzare ISO 1600 o ISO 3200 se avete macchine abbastanza moderne, il rumore che apparirà sulle foto lo potrete togliere con l'uso di un software. Se invece avete reflex digitali un po' datate potrebbe esservi necessario l'utilizzo del flash in situazioni in cui dovete spingervi oltre gli 800ISO.
Inoltre usare ISO alti dipende anche da dove utilizzerete la foto. Se dovete fare un poster probabilmente è meglio non avere una foto con troppo rumore, mentre per stampare la foto piccola può essere conveniente alzare gli ISO invece che utilizzare il flash.
La scelta dei professionisti

Durante le Olimpiadi di Pechino 2008 come in tutte le edizioni precedenti dei giochi, i flash non erano consentiti in praticamente nessuna occasione. Per risolvere questo problema ovviamente i fotografi hanno dovuto incrementare gli ISO ma grazie alle Canon Mark III e alle Nikon D3 che venivano utilizzate ai Giochi non è stato un gran problema. Moltissime fotografie anche delle agenzie più importanti del mondo sono state fatte con ISO1600 o ISO3200. Ovviamente in queste foto si vede il rumore ma non si poteva fare diversamente, anche per il fatto che i fotografi spesso erano molto lontani dagli atleti e quindi usando obiettivi con focali oltre i 400mm i flash sarebbero serviti a ben poco.
Normalmente fotografi professionisti che lavorano per grosse agenzie e devono fotografare eventi sportivi importanti che si svolgono al chiuso utilizzano alcuni flash MOLTO potenti (centinaia e centinaia di Watt!) che posizionano in varie zone, di solito in alto su passerelle che sono sopra il campo di gioco oppure ai lati, e che fanno scattare con l'uso di radiocomandi (Pocket Wizard).
Questo genere di set-up garantisce foto assolutamente spettacolari ma purtroppo per metterlo in pratica bisogna avere un budget molto grosso (alcune migliaia di Euro solo per i flash) ed una capacità tecnica elevata.
Ci sono anche soluzioni "casalinghe" con un paio di flash tradizionali, che garantiscono comunque ottimi risultati.

Come fotografare senza flash

Quando è abbastanza buio ma il flash non serve ci sono principalmente due tecniche che potete utilizzare: la modalità a priorità di diaframma o la modalità a priorità di tempi.
Modalità priorità di diaframma (AV)

Per le foto sportive all'interno talvolta uso il diaframma nel modo più aperto possibile, quindi seleziono la macchina sulla modalità "priorità di apertura" (AV) e imposto il diaframma a 2.8. In questo caso, ve lo ricordo, la macchina scatterà tutte le foto utilizzando il diaframma impostato a 2.8 e di conseguenza cambierà il tempo dell'otturatore a seconda della luce presente.
Dopo aver impostato il diaframma bisogna pensare a quali sono le azioni tipiche dello sport che si deve fotografare. Ci sono sport più veloci (basket, pallamano ecc.) e altri più lenti (lotta, arrampicata boulder ecc.).
A seconda dello sport bisogna utilizzare una velocità di otturatore differente. Per sport come basket e pallamano dovreste usare tempi di almeno 1/500 di secondo se è possibile, mentre per la lotta o l'arrampicata boulder bastano tempi di 1/200 di secondo, anche se comunque dovete essere pronti ad aumentare il tempo dell'otturatore se prevedete ci sarà un azione che va fotografata.
Dato che è stata impostata la "priorità di apertura" l'otturatore non è possibile impostarlo manualmente, quindi puntate l'obiettivo su uno dei giocatori e guardate il tempo dell'otturatore che automaticamente la macchina imposta. Se state fotografando una partita di basket e il tempo che appare è 1/125 premete il tasto "ISO" e aumentate l'ISO un po', poi puntate di nuovo su un giocatore e vedete quant'è il tempo che vi appare. Se ancora non è 1/500 di secondo (il tempo che come ho detto prima potrebbe andar benissimo per una partita di basket) aumentate ancora l'ISO finché vedete che l'otturatore si imposta su 1/500.
Generalmente la luce presente varia un po' a seconda delle zone del campo, e a volte mi trovo a dover cambiare impostazione ISO di continuo passando da 400 a 1600 ISO. Bisogna farci un po' la mano per riuscire a cambiare l'ISO velocemente, ma vedrete che dopo un po' non è un problema.
Con questo metodo in pratica dovete "smanettare" con l'ISO per fare in modo che la macchina imposti l'otturatore sul tempo corretto.
Ovviamente prestate sempre attenzione anche all'esposizione ed alla modalità di esposizione!
Modalità Manuale

Nelle palestre e in qualsiasi ambiente in cui la luce sia sempre la stessa preferisco fotografare utilizzando la macchina in modalità manuale. Con questa modalità vi basta fare alcune prove prima che inizi l'evento per vedere quali sono i valori migliori da impostare, e poi utilizzare quei valori per tutta la durata della manifestazione.
Per impostare i valori in modalità manuale in genere imposto il diaframma sul valore più aperto possibile(Ad esempio 2.8), imposto il tempo che ritengo sia più corretto (ad esempio 1/320) ed osservo una foto di prova. Se è un po' scura rallento la velocità dell'otturatore (portandolo ad esempio da 1/320 a 1/250) evitando tempi troppo lenti per evitare il mosso, se invece è molto scura aumento prima gli ISO e poi regolo ulteriormente la velocità dell'otturatore.
Se è troppo buio

Se siete disperati e siete in una situazione in cui dovete realizzare le foto senza flash ma è troppo buio, il trucco è quello di sottoesporre e poi migliorare con Photoshop (ripeto: dovete essere proprio disperati se lo fate)
Anche in palazzetti dello sport che sembrano ben illuminati a volte non si riescono a fare fotografie perché impostando ISO 3200 e il diaframma ad apertura massima l'otturatore resta su tempi come 1/125 di secondo.
In questi casi potete usare un flash per aiutarvi con l'illuminazione (ma spesso nemmeno un flash potente basta) oppure potete sottoesporre.
Sottoesponendo un po' la foto verrà scura e molto rumorosa (state scattando a 3200 ISO!), tuttavia tramite un aggiustatina dei livelli con Photoshop e la riduzione del rumore con Neat Image o Noise Ninja riuscirete a recuperare la foto anche se è stata fatta in condizioni disumane per noi fotografi.
Con questo metodo potete fare foto quasi al buio ma la qualità dell'immagine sarà pessima. Questo metodo è utilizzabile solo in posti davvero molto bui e le foto che ricaverete saranno veramente di pessima qualità.

Spero di essere stato abbastanza chiaro in questo articolo che interessa davvero molte persone. Sperimentate e cercate la tecnica che preferite e che vi consente di ottenere le migliori foto possibili.

martedì 12 febbraio 2013

Quando la natura "scolpisce": nove capolavori di ghiaccio


National Geographic Society
Quando la natura "scolpisce": nove capolavori di ghiaccio

Dai "cani solari" alla "neve penitente", una galleria delle bizzarre forme che può assumere il ghiaccio

di Jane J. Lee









Neve penitente
Fotografia di Art Wolfe, Getty Images

Se volete godere delle bellezze dell'inverno senza dover affrontare il gelo di questo periodo, magari avvolti in una calda coperta e con una bevanda bollente tra le mani, allora prendetevi una pausa e ammirate queste gelide meraviglie della natura.

La neve penitente (termine mutuato dallo spagnolo nieve penitente) è una particolare formazione nevosa a forma di guglia che ricorda una figura umana incappucciata. In pratica sono delle colonne di neve, larghe alla base e strette alla punta, che possono raggiungere anche i 6 metri di altezza. Nella fotografia una distesa di penitentes in Cile.

Questo tipo di formazione tende a crearsi nelle valli poco profonde dove la neve è alta e il sole non batte ad angolazioni elevate, ha spiegato Kenneth Libbrecht, un fisico del California Institute of Technology di Pasadena (Caltech) che studia la formazione dei cristalli di ghiaccio.

Quando la neve si scioglie, i detriti si mescolano con l’acqua di scioglimento che si raccoglie in piccole pozze sparse qua e là. In corrispondenza delle pozze, si "scavano queste fessure", ha spiegato Libbrecht. "Tendono a formarsi in alta quota", ha detto. "Ma a parte questo, nessuno conosce veramente le giuste condizioni necessarie alla formazione della neve penitente. Sono molto resistenti e le persone fanno fatica ad attraversarle".



Aloni e cani solari
Fotografia di Wang Ying, My Shot

Gli archi "fantasma", come questo alone di 22º nella foto, si formano quando la luce del sole o della luna rifrange i cristalli di ghiaccio nell'atmosfera.

La forma e l'allineamento dei cristalli determinerà la comparsa di vari fenomeni. Cristalli poco allineati produrranno i cosiddetti "cani solari", cioè delle macchie luminose nel cielo. La quantità di cristalli di ghiaccio necessari per formare aloni, cani solari e altri fenomeni atmosferici si possono estendere anche per centinaia di metri.


Dita congelate
Fotografia di Norbert Wu, Minden Pictures/Corbis Images

Queste stalattiti di ghiaccio si formano sulla faccia inferiore delle banchise dell'Artide e dell'Antartide.

"In genere si formano sotto il ghiaccio marino più sottile, ancora in formazione", spiega Don Perovich, un geofisico che studia i processi di formazione del ghiaccio marino presso un laboratorio di ricerca del Genio militare nel New Hampshire. Quando il ghiaccio si forma dall'acqua di mare, la struttura cristallina in formazione espelle le particelle di sale che si mescolano con l'acqua non ancora congelata, creando una salamoia ipersalata.

Il punto di congelamento dell'acqua di mare dipende dal suo contenuto di sale. Più l'acqua è salata, più bassa sarà la temperatura necessaria a farla congelare. La salamoia resta quindi in questo caso liquida mentre tutt'attorno si forma il ghiaccio. Alla fine si crea una rete di canali attraverso il ghiaccio che drena la salamoia in mare.

Essendo più fredda e più salata rispetto alla normale acqua di mare, la salamoia inizia a scendere in profondità, e mentre lo fa ghiaccia l'acqua circostante. "Ecco come si ottiene il guscio di questa stalattite che cresce per diventare sempre più lunga".






Fiori di ghiaccio
Fotografia di Kenneth M. Highfill, Fonte Scienza

Delicate come zucchero filato, le strutture come quella nella foto per formarsi necessitano di condizioni perfette. "Queste condizioni si verificano quando la temperatura è proprio intorno allo zero", ha spiegato Libbrecht. Di solito compaiono sulle piante marce o impregnate d'acqua: "In inverno si formano sugli Appalachi visto che non fa troppo freddo e c'è sempre molta acqua".

"Il congelamento deve avvenire molto delicatamente", ha aggiunto. Questo perché l'acqua contenuta nei vasi delle piante legnose si deve congelare lentamente, dall'alto verso il basso. Se le temperature si abbassano troppo, il congelamento avverrà troppo rapidamente. "Come l'acqua dei vasi si congela, il ghiaccio viene spinto fuori dalla parte superiore delle piante da forze che non conosciamo", ha detto.

Il risultato: lastre o nastri di ghiaccio che sembrano veri e propri fiori congelati. Comunemente conosciuti come fiori di ghiaccio, si possono formare in poche ore, di solito durante la notte.





Un esercito glaciale
Fotografia di George Steinmetz, National Geographic

Un esercito di penitenti sembra marciare sul pendio di una montagna boliviana.

Charles Darwin è stato il primo a descrivere questo fenomeno, il 22 marzo 1835 durante un viaggio attraverso le montagne del Cile. Dopo una "salita difficile e lunga", Darwin e il suo gruppo s'imbatterono in un campo di "pinnacoli", come li chiamò lui.

Durante l'attraversamento Darwin vide un cavallo congelato, infilzato su una di queste guglie, "con le zampe posteriori rivolte verso l'alto".






Vento freddo
Fotografia di Mike Gatch, Your Shot

Questo faro a St. Joseph, nel Michigan, è costretto a fare il doppio lavoro: sentinella nella notte e cuscinetto contro gli spruzzi d'acqua gelida. Libbrecht ha spiegato che sono stati i getti d'acqua dal lago Michigan a trasformarlo in questo specie di ghiacciolo di brina.

La brina si forma quando la temperatura delle gocce d'acqua scende sotto zero. A quel punto le gocce si congelano non appena entrano in contatto con una qualche superficie, creando così un rivestimento di ghiaccio.

L'Osservatorio di Mount Washington, nel New Hampshire, è famoso per la coltre ghiacciata che ricopre molti dei suoi strumenti scientifici.



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Raggi X glaciali
Fotografia di Carsten Peter, National Geographic

La luce filtra attraverso il soffitto di questa grotta di ghiaccio dell'isola di Ross in Antartide, creando un intricata decorazione. Questa grotta probabilmente era un tunnel subglaciale, ha spiegato Allen Pope, un dottorando dell'Università di Cambridge che studia le immagini satellitari dei ghiacciai.

Le caverne glaciali si formano quando l'acqua di fusione superficiale s'infiltra all'interno del ghiaccio attraverso un mulino, cioè un crepaccio verticale, e scorre fino alla base. "Una volta che l'acqua arriva alla base del ghiacciaio, da qualche parte deve andare, ecco perché si formano i fiumi subglaciali", ha aggiunto Pope, beneficiario di un fondo della National Geographic Society. "Quel tunnel probabilmente si è formato in estate al culmine della stagione di fusione".

I motivi sul soffitto della galleria si formano quando la luce si riflette verso il basso attraverso il ghiaccio, mettendo in risalto i contorni dei cristalli.


Campo di fiori assiderati
Fotografia di Maria Stenzel, National Geographic

Un prato di fiori di ghiaccio sembra appena sbocciato sulla superficie gelata del Mare di Ross, in Antartide. "Questo è un fenomeno abbastanza raro", ha detto Libbrecht. "Essenzialmente è solo ghiaccio e gelo".

Le goccioline d'acqua molto fredde disperse nell'aria si attaccano alla superficie del ghiaccio marino e si congelano. In questi punti si accumulano sempre più cristalli di ghiaccio e alla fine... fiorisce il prato. "Le condizioni devono essere esattamente queste", ha detto Libbrecht. "Il gelo si deve formare lentamente. Possono volerci da ore a giorni perché ciò avvenga".









Colonne di ghiaccio sommerse
Fotografia di Bill Curtsinger, National Geographic

Queste stalattiti di ghiaccio, che si sono sviluppate fino a toccare il fondo marino, sono state immortalate nel canale McMurdo, in Antartide. Queste forme particolari possono svilupparsi abbastanza rapidamente: secondo alcuni studi possono crescere anche di 2 metri in 8-10 ore.

Nel 2009 una troupe di BBC One, che stava girando delle scene per la serie Frozen Planet, si è imbattuta in una stalattite di ghiaccio in formazione durante alcuni sopralluoghi subacquei vicino all'arcipelago di Ross in Antartide. La troupe è riuscita a catturare una sequenza del "dito ghiacciato della morte" mentre si sviluppava verso il basso.

domenica 3 febbraio 2013

Fotografare la natura


Il pregio della fotocamera non sta nel suo potere di trasformare il fotografo in un artista, ma nel dargli lo stimolo di continuare a guardare, a guardare...

Brooks Atkinson



Fotografare le bellezze della natura è forse uno dei più interessanti campi della fotografia. Una semplice passeggiata, già piacevole di per sè, può diventare fonte di gioia e farci vedere cose ben conosciute come un paesaggio, una villa antica, un fiore o un animale, con occhi diversi se portiamo con noi una fotocamera. Ci vorrà forse più tempo per spostarsi da un posto all'altro, ma è tempo meglio speso perché siamo più consapevoli del mondo intorno a noi.

Anche se si può usare qualsiasi camera, chi intende fare le cose seriamente scoprirà presto che con una certa attrezzatura si ottengono migliori risultati.


Equipaggiamento base


Gli obiettivi di una camera di alta gamma possono comprendere un macro da 100mm ed uno zoom da 28-135mm. Per riprendere piccoli oggetti si possono usare entrambi, tenendo presente che i fiori risaltano meglio se sono compresi in un contesto un poco più ampio. Naturalmente gli stessi accorgimenti valgono anche se si usa una camera compatta, dipende solo da quanto vogliamo avvicinarci al soggetto.

Treppiede. Un tipo molto pratico da usare ha il supporto centrale che può essere ruotato in quasi tutte le posizioni, con due vantaggi. Il supporto orizzontale consente di allargare di più le tre gambe in modo da avere la camera più vicina al suolo, e poi funge da contrappeso alla camera che può assumere più ampie angolazioni.



Posizionamento e bloccaggio a sfera. Una comune staffa di fissaggio consente solo limitati movimenti, perciò una testa a sfera rappresenta una eccellente soluzione per il lavoro all'aperto, anche se più costosa.

Con una staffa a L si può rapidamente montare la camera in posizione orizzontale o verticale mantenendola al centro del tripode e quindi più stabile.



Fra i vari tipi di fotocamere disponibili sarebbero da preferire quelle chi hanno il monitor orientabile.

Zainetto per trasportare il tutto. Senz'altro da preferire quelli impermeabili per non dovere preoccuparsi di un improvviso acquazzone, come spesso accade in montagna. Molto pratico il mantello tipo poncho che ripara sia lo zaino che chi lo trasporta.

Riflettori, diffusori e tendine da sole. Sono collassabili, facilmente trasportabili e si usano per controllare la luminosità eccessiva e/o per bloccare il vento che farebbe muovere il soggetto.


Una piccola tenda di materiale translucido diminuisce il contrasto eccessivo in pieno sole e ripara dal vento.



Tecniche operative di base


Le tecniche usate dipendono ovviamente dalle situazioni, ma generalmente comprendono le seguenti:

Il fuoco manuale è quasi essenziale per poter posizionare il piano di fuoco critico esattamente al posto desiderato. In modalità macro, meno della metà della profondità di campo disponibile va lasciata davanti al soggetto, il resto sullo sfondo.

Compensazione dell'esposizione manuale o automatica (autoexposure bracketing). Non tutte le camere hanno questa funzione, che consente di catturare una serie di foto con diversi valori di esposizione. Spesso è anche possibile specificare gli intervalli di esposizione ed il numero di scatti della serie.

Autoscatto o comando remoto, da scegliere in base alla situazione. Se tutto è calmo e senza vento, è preferibile l'autoscatto perché elimina ogni possibilità di introdurre movimenti con lo scatto manuale. Con un po' di pratica si impara anche a scattare con tanta leggerezza da non provocare alcuna vibrazione alla camera.

In presenza di brezza, si tiene il dito sul pulsante pronti a scattare la foto non appena la brezza si calma e la pianta si stabilizza. Oppure si preme a metà corsa e si aspetta una pausa del vento. Così si predispone l'esposizione e basta solo premere a fondo il pulsante al momento giusto.

Per ottimizzare la profondità di campo, si cerca di comporre la foto in modo che tutti gli elementi importanti si trovino alla stessa distanza dall'obiettivo, o quasi.




Vento e sole


I due maggiori problemi che si incontrano quando si fotografano i fiori sono senza dubbio il vento ed il sole, con il vento che rappresenta il problema maggiore. Certo, capita anche di vedere belle foto di soggetti mossi dal vento e riprese a bassa velocità di otturatore, in cui si può quasi sentire soffiare il vento. In generale però, possiamo dire che il movimento è il nostro nemico. Per fortuna anche nelle giornate di brezza ci sono dei momenti di pausa, basta essere pazienti e aspettare il momento giusto.



Gigli selvatici fotografati in pieno sole. Anche le loro ombre aggiungono qualcosa alla foto.


Primi piani e macro


Il modo di comporre una foto dipende dallo scopo che ci prefiggiamo di raggiungere. Per esempio, se intendiamo produrre immagini di tipo documentaristico è preferibile inquadrare un fiore nel suo contesto, mostrando anche alcune delle sue foglie, per rendere l'immagine descrittiva del soggetto e dell'ambiente. Se invece vogliamo produrre delle belle immagini per il solo piacere di ammirarle, allora non esiste altra regola che soddisfare il nostro gusto estetico.



Se si fotografa un fiore è preferibile inquadrare anche una foglia per rendere l'immagine più descrittiva


Angolo di ripresa


Inquadrare un soggetto dall'alto in basso è pratica comune e spesso dà buoni risultati, ma talvolta occorre appoggiare la camera a livello del terreno. E' importante che tutti gli elementi più importanti presenti nell'inquadratura si trovino sullo stesso piano rispetto alla camera, per potere metterli tutti perfettamente a fuoco.



Per catturare questa immagine la camera è stata appoggiata a terra con il monitor orientabile rivolto verso l'alto.

Flash


Con scarsa luminosità o con il vento si usa il flash con tempi di posa molto brevi (1/2000) per bloccare i movimenti. Un'altro vantaggio del flash è che si può usarlo in combinazione con la compensazione dell'esposizione per scurire lo sfondo. Nelle due foto sottostanti, quella a sinistra è stata ripresa con la compensazione a "-2", quella a destra a "0".



Si può anche regolare la potenza del flash in combinazione della compensazione dell'esposizione in modo da avere un completo controllo dell'illuminazione sia del soggetto illuminato dal flash che dello sfondo illuminato dalla luce ambientale.


Sfondo


Lo sfondo è uno degli elementi chiave di una fotografia. Un fiore quasi si confonde sullo sfondo ricco di molti altri soggetti secondari, ma risalterà meglio su uno sfondo sfocato. Fortunatamente la profondità di campo nelle riprese ravvicinate è piuttosto ridotta, quindi risulta facile avere lo sfondo sfocato.

Una tecnica speciale consiste nell'usare la tendina da sole che non solo attenua e diffonde la luce e ripara dal vento, ma se viene posizionata nel modo giusto, rende lo sfondo di un grigio chiaro uniforme. Questo tipo di sfondo può essere facilmente selezionato ed eliminato con un programma di fotoritocco ed il soggetto inserito in un'altra scena. Invece, eliminare uno sfondo ricco di elementi risulterebbe un'operazione lunga e difficile.



Fiori di piselli ornamentali fotografati con la tendina da sole, immagine di tipo didattico. Gli stessi fiori sullo sfondo di un prato, immagine di tipo artistico.