venerdì 21 ottobre 2011

10 tipi di fotografi da cui stare alla larga

               scritto da    http://www.lucidistorte.it

10 tipi di fotografi da cui stare alla larga

I fotografi sono una razza particolare, in continua crescita… :) vediamo insieme quali categorie di fotografi dobbiamo imparare ad evitare seguendo questa semplice classifica:
peggiori_fotografi

10°: L’incompreso

Inizio questa piccola claffisica dei 10 tipi di fotografi da cui stare alla larga con un grande classico che interessa soprattutto quei fotografi alle prime armi, tutte quelle persone che non hanno l’umiltà di ammettere che i loro scatti sono ancora “acerbi” ma riescono, con una convinzione da premio oscar, a dare la colpa alla società…alla mancanza di gusto del mondo intero. Di chi sto parlando? ma deifotografi incompresi!
Non importa se hanno fotografato un semplice posacenere o un divano in penombra, guardando le loro immagini è impossibile pensare che si tratti di un semplice scatto effettuato per sbaglio durante uno sbadiglio…la loro è arte. Punto.
posacenere

9°: Il fotografo fai da te

Al nono posto troviamo il “fotografo fai-da-te“, una strana chimera a metà strada tra Mac Gyver e Giovanni Muciaccia. Questo tipo di fotografo riesce ad auto-costruirsi praticamente qualsiasi cosa. Vi serve un softbox? Basta un contenitore in plastica di Ikea, delle lampadine e un po di colla. Vi serve un obiettivo fish-eye? perchè non smontare lo spioncino della porta di casa?
Questi feticisti del Bricofer riescono a crearsi un vero e proprio studio fotografico con del cartoncino e una graffetta ottenendo in alcuni casi dei risultati straordinari…ma attenzione, controllate che abbiano un salvavita a casa.
ikea

8°: Il venditore

Il “fotografo venditore” potremmo definirlo come l’imprenditore della fotocamera, il Vanna Marchi degli accessori fotografici. Questi individui popolano e-bay e riescono ad avere diversi account sui vari forum tutto questo per rivendere la propria attrezzatura fotografica, per comprarne di nuova o guadagnarci sopra qualcosa…venderebbero anche i loro figli come aiuto fotografo se potessero.
e-bay

7°: Lo spammone

Con il concorso leica ne abbiamo avuto una prova tangibile: il fotografi che fanno spam sono troppi.
Calati nella parte dei PR della peggior discoteca di Ostia questi fotografi usano ogni mezzo a loro disposizione (facebook, e-mail, twitter) per chiedere voti per i concorsi ai quali partecipano o per pubblicizzare le loro immagini il più delle volte vergognose.
spam

6°: Il “senza pudore”

Arrivati alla sesta posizione iniziamo a fare sul serio: il “senza pudore” è quel fotografo che abbagliato dalla carriera professionale di Corona si mette ogni giorno nei panni di un vero e proprio paparazzo. Una vecchia è caduta in mezzo la strada e sta per arrivare un camion a folle velocità?? “Wow, CLICK!” Un borseggiatore ruba nella borsa di una turista nella metro? “Figo, CLICK!“.
Il “senza pudore” non si ferma davanti a nulla, spesso appassionato di street photography è capace di fermare una marcia funebre per ottenere una foto decente.
faccia_da_culo

5°: Il critico d’arte

Con il critico d’arte entriamo nella top five: iniziamo con il dire che il fotografo critico passa più tempo a criticare il lavoro degli altri che a fotografare. Non importa quanto bella possa essere una foto, il “critico d’arte” troverà sicuramente dei difetti di composizione, ombre troppo scure, luci troppo chiare, espressioni troppo plastiche, plastiche troppo espressive.
E’ impossibile accontentare il fotografo critico se non sotto compenso. I professionisti della critica riescono a mettere in discussione anche le opere dei più grandi fotografi, scattando una media di tre foto al mese.
capra!

4°: Il post-produttore

Appena sotto l’ultimo gradino del podio troviamo “il post-produttore“…sarò breve: il fotografo post-produttore punta tutto sulla modifica successiva delle sue foto con programmi di fotoritocco come Photoshop. Il post-produttore non pone limiti ai viraggi e alle modifiche più estreme come il ritaglio del soggetto e il suo riposizionamento su un altro sfondo o la più famosa “pelle di cera”. Non dimentichiamoci che se una foto non funziona c’è sempre il bianco e nero, basta aggiungere un pò di grana e il gioco è fatto!
errori_photoshop

Terzo Posto: Il saccente

Eccoci sul podio, sale sull’ultimo gradino il fotografo saccente. Fotografi professionisti, ma anche personaggi mediocri che hanno avuto un po troppi complimenti nella loro vita, i saccenti sono molti ma cosa ben più pericolosa in alcuni casi si avvalgono di una schiera di fan che pende letteralmente dalle loro labbra.
Arrivati al punto di non dover imparare più da nulla e da nessuno i saccenti si crogiolano nella loro cuccia/studio e dispensano il loro sapere, a volte a pagamento a volte per il gusto di dar fiato alla bocca. Una cosa è certa, non cercate di avere una conversazione decente con uno di loro.
professore fotografia

Secondo Posto: Il Nikon/Canon dipendente

Al secondo posto ci sono i miei preferiti, le pedine di tutti gli esperimenti di marketing esercitati dai più grandi produttori di fotocamere: i fan-boy.
Prima di guardare una foto la domanda che ti pongono è sempre la stessa: con che fotocamera scatti? sei un Canonista o un Nikonista? “Sono uno che cerca di ottenere il massimo dall’attrezzatura che ho”, è questa la mia risposta di sempre.
Convinti che basti avere una buona attrezzatura per ottenere una buona foto sono gli stessi che con una curiosità maniacale spulciano i dati EXIF di ogni foto per vedere con che macchina fotografica e obiettivo è stata scattata.
Andate da un cuoco e provate a dirgli: che buon pranzo! chissà che pentole hai utilizzato per farlo così buono…e vediamo se non vi beccate qualche insulto ;)
nikon_canon

Primo Posto: Il fotografo porco

Faticosamente arriviamo alla creme de la creme dell’ordine dei fotografi, al posto più alto della nostra classifica ma non per questo meno popolato…troviamo il fotografo porco.
Perchè farsi una vita sociale, conoscere una ragazza e averci un rapporto sessuale sano e consensuale quando si può improvvisarsi fotografo e far spogliare decine di modelle davanti ai nostri occhi sperando di incontrare una escort?? Semplicemente perchè è penoso.
fotografo_porco
Conosco diverse modelle e tutte hanno in comune la stessa storia, siamo chiari: il loro lavoro è posare, anche per del nudo, ma questo non giustifica il porco a chiedergli delle “prestazioni extra”, a cercare pretesti per toccarle e cercare continuamente “l’approccio”.
Anche il più elegante dei porci si riconosce benissimo, nonostante i galanti inviti a cena e le belle parole non possono nascondere la loro viscidezza che non perdono l’occasione di mettere in mostra anche nel mondo virtuale, utilizzando nel peggiore dei modi i social network come facebook.

domenica 9 ottobre 2011


La scuola di fotografia di diagaz

Lo scatto: il controllo della luce, tempi, diaframmi, ISO - parte 1

Partiamo con un piccolo esperimento: provate a prendere un foglio da disegno e un fazzoletto di carta, un pennarello con punta molto grande e uno con punta molto piccola, non importa di che colore.

Ora fate queste piccole “prove”:

Prendete il pennarello a punta grande e appoggiatelo per due secondi (contate, uno... due...) prima sul foglio da disegno poi per lo stesso tempo sul fazzoletto di carta. Su quale foglio c'è il segno più grande? Ovviamente sul fazzoletto di carta che assorbe più inchiostro rispetto alla carta normale.

Secondo esperimento. Sullo stesso foglio di carta (prendiamo quello da disegno) appoggiate per due secondi prima il pennarello a punta grande poi il pennarello a punta piccola. Qual è il segno più grande? Ovviamente quello fatto con la punta grande.

Ultimo esperimento: prendete il fazzoletto e il pennarello a punta grande; appoggiatelo prima per 5 secondi poi fate un altro segno appoggiandolo per una frazione brevissima di secondo. Qual è il segno più grande? Quello fatto restando per 5 secondi sulla carta.

Riassumendo, se si vuole fare un segno grande si dovrà prendere una carta più assorbente, un pennarello con la punta più grande e lo si appoggerà per più tempo. Vice versa, se si desidera fare un segno piccolo si utilizzerà una carta meno assorbente e il pennarello a punta piccola che verrà appoggiato per pochissimo tempo.

Ora immaginiamo che l'inchiostro sia la luce. Una fotografia è fatta di luce, gestendo la macchina fotografica decidiamo quanta luce andrà a colpire il sensore o la pellicola. Quello che prima abbiamo chiamato “segno” è in realtà la fotografia che risulterà dallo scatto. Seguiamo le prove che avete fatto con lo stesso ordine:
  • ISO: gli iso indicano quanto è sensibile alla luce il sensore o la pellicola. Più gli iso sono bassi, meno è sensibile (come il foglio da disegno per intenderci), mentre più è alto il numero più è sensibile alla luce (come il fazzoletto). Quindi usando iso bassi avremo segni più piccoli (meno luce imprimerà il fotogramma) usando iso alti avremo segni più grandi (più luce verrà registrata sul fotogramma). 
  • DIAFRAMMI: il diaframma è quell'insieme di lamelle che trovate dentro l'obiettivo. Provate a staccare la lente e guardare attraverso il vetro, sul fondo trovate una levetta, provate a muoverla guardando dentro, vedrete queste lamelle che si aprono e si chiudono. Questo è il diaframma. Più sono aperte più luce entra (pennarello a punta grossa) più sono chiuse meno luce entra (pennarello a punta fine). Quindi, sempre per seguire il nostro esempio di prima, per fare entrare più luce e fare un segno maggiore dovremo aprire il diaframma per avere un segno più piccolo dovremo chiuderlo. Come? Dipende dalla macchina che state usando. Le macchine vecchie vi fanno aprire e chiudere direttamente sulla lente, quelle più moderne ve lo fanno aprire dalla macchina. I valori vanno da numeri bassi, quasi sempre con la virgola a numeri più alti. I numeri bassi aprono il diaframma i numeri alti lo chiudono: se ho il diaframma a 2,8 sarà molto aperto (punta grande, molta luce che entra) se sarà a 22 sarà molto chiuso (punta piccola poca luce).


  • TEMPI: in questo caso l'esempio è proprio simile alla prova: quando si parla di TEMPI si intende per quanto tempo si farà entrare luce nella macchina, per quanto tempo la luce colpirà il sensore o la pellicola. Più lungo è il tempo maggiore sarà la quantità di luce che verrà registrata nella fotografia (segno più grande). l'unità di riferimento è il secondo e di solito una posa di un secondo è molto lunga. Per foto in condizioni di luce normali i tempi sono decisamente più brevi, frazioni di secondo. Quindi uyn tempo di 1/125 è un tempo pari ad 1/125 di secondo. Se sulla ghiera dei tempi che avete sulla macchina trovate indicato 60, 125, 250, 500 non si tratta di secondi ma di frazioni di secondo (quindi 1/60, 1/125, 1/250...) quindi 125 è il doppio di 250 (perchè 1/125 è il doppio di 1/250). entreremo nello specifico nelle lezioni successive.
Riassumiamo anche qui. Per fare entrare più luce dovremo usare pellicole più sensibili (iso alti), aprire i diaframmi (numeri bassi e con le virgole) e per tempi più lunghi.

Nelle prossime lezioni vedremo come usare i tre fattori, cosa cambia dando più importanza ad uno piuttosto che ad un altro fattore...

Intanto imparate cosa sono gli iso, i tempi e diaframmi, provate a ragionarci su, magari usando la vostra macchina in manuale. Tanto con il digitale anche se sbagliate potete semplicemente cancellare senza consumare pellicola!La scuola di fotografia di diagaz


lo scatto: controlliamo la luce: tempi, diaframmi, ISO - parte 2


Nella lezione precedente abbiamo visto cosa sono iso, tempi e diaframmi.

La macchina fotografica ha al suo interno un esposimetro, ovvero uno strumento che misura la luce. Il valore è indicato proprio da iso, tempi e diaframmi; l'esposimetro quindi della macchina ci dice quali sono le misurazioni ideali espresse nei tre valori.

Innanzitutto vediamo i tre indicatori in una scala

Nelle tre colonne sono indicati i valori comuni per ogni voce, in alto trovate i valori che fanno entrare più luce in basso quelli che ne fanno entrare di meno: 100 iso fanno entrare meno luce dei 3200 iso (carta meno o più assorbente), tenendo aperto l'otturatore per 1/2000 di secondo entra meno luce rispetto ad un tempo di 1/30 di secondo, e aprendo il diaframma a f 2,8 entra più luce rispetto ad un diaframma di f 8.

Il passaggio da un gradino all'altro in termini tecnici si chiama STOP (che corrisponde ad una quantità fissa di luce), tra 100 e 200 iso c'è uno stop di differenza. Così come c'è tra f2,8 e f4.

Torniamo al rapporto tra i tre... ammettiamo che il nostro esposimetro misuri la luce di una scena e ci indichi questo trittico: 400 iso, 1/60, f5,6

Impostando questi valori sulla macchina l'esposizione è corretta (ovvero la foto non è né troppo scura né troppo chiara).

Ammettiamo di voler aprire di più il diaframma (per motivi che vedremo più avanti), facciamo a f2,8, quanti stop di luce guadagnamo? Esatto, due stop. Per avere una foto corretta dovremo togliere questi due stop dagli altri valori, sceglieremo (in base a quanto vedremo più avanti) dove toglierli, ma potremmo anche togliere uno stop da ciascun valore, quindi...

200 iso (-1 stop) , 1/125 (-1 stop), f 2,8 (+ 2 stop)

Gestire questo trittico è importantissimo. Possiamo anche tenere fisso un valore o due e chiedere alla macchina di regolare l'altro: se guardiamo sulla macchina c'è una rotella dove ci sono delle lettere: M, A, S, P. Cosa significano?

P = la macchina gestisce tutti i valori in automatico

A = il fotografo decide l'apertura del diaframma la macchina decide il tempo corretto (a= aperture)

S = il fotografo decide il tempo e la macchina regola l'apertura (s=speed)

M = il fotografo imposta tutto manualmente

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WWW.DIAGAZFORUM.COM

venerdì 7 ottobre 2011


da:  fotochepassione.com




Tutti gli errori da evitare
Chi ha iniziato da poco a fotografare deve conoscere quali sono gli errori principali che si possono commettere. Perché certi errori banali rovinano irrimediabilmente quelle che invece potrebbero essere delle ottime immagini. 
Un consiglio sempre valido comunque è quello di leggere attentamente il libretto di istruzioni della propria fotocamera, perché quando si conosce bene la propria macchina fotografica si comprende meglio anche come evitare gli errori.
   ORIZZONTE INCLINATO

Pare scontato che l'orizzonte non possa essere... in discesa. Eppure quello dell'orizzonte inclinato nelle immagini di un principiante è un errore abbastanza comune. Attenzione quindi a mettere ben dritta la macchina fotografica.
Ricordate anche che quando nell'inquadratura è compreso l'orizzonte, la fotografia sarà più bella se esso non taglierà proprio a metà il fotogramma: per cui alzate l'inquadratura se volete dare la prevalenza a cielo e nuvole, abbassatela se volete invece evidenziare il terreno.


       PIEDI TAGLIATI

Un altro errore che capita di frequente a chi non è molto pratico (ma talvolta anche ai più esperti) è quello dei piedi tagliati.  
Fotografando le persone a figura intera è abbastanza facile sbagliare, a causa di fretta o di disattenzione, tralasciando di includere nell'inquadratura i piedi dei soggetti fotografati. Un altro motivo per cui nelle foto possono mancare i... piedi è che essi vengono'tagliati' al momento della stampa della fotografia quando essa è eseguita con stampatrici automatiche. Se sul negativo le persone hanno ancora... i propri piedi, basterà segnalare l'inconveniente al fotografo o al laboratorio richiedendo una nuova stampa corretta della fotografia.


  STRANI COPRICAPI

Un palo che cresce proprio sulla testa del soggetto, uno strano copricapo, un segnale stradale o un albero in testa... Non bisogna dimenticare che la fotografia ha solo due dimensioni e che ciò che si trova dietro la testa del soggetto può apparire, a causa dell'appiattimento della prospettiva, come se fosse parte di essa, con effetti a volte comici a volte meno.
Nell'inquadrare le persone quindi bisogna fare particolare attenzione allo sfondo. Se dietro il nostro soggetto è presente un palo, un albero, un segnale o qualche altra strana struttura, facciamo in modo che esso/a non sorga proprio sulla testa. In genere basta spostarsi lateralmente di uno o due passi per evitare l'inconveniente.


   OCCHI ROSSI

Accade a volte quando si fotografa una persona da vicino con il flash. In particolare avviene con le macchine fotografiche compatte che hanno il flash montato sulla fotocamera molto vicino all'obiettivo. 
In pratica il lampo emette un raggio luminoso forte che raggiunge il fondo degli occhi del soggetto, evidenziando i vasi sanguigni, e la macchina fotografica riproduce così le pupille rosse.
Oggi per evitare questo brutto effetto in molte fotocamere compatte il flash emette due lampi a breve distanza di tempo: il primo serve per chiudere la pupilla quel tanto che basta ad evitare gli occhi rossi, il secondo per scattare la vera e propria fotografia. 
Se la foto è già stata fatta e l'immagine è su pellicola è impossibile correggere il problema. Se invece si tratta di un'immagine digitale si può usare un programma di fotoritocco: tutti i programmi in commercio hanno l'utile opzione di correzione degli occhi rossi.


   OCCHI CHIUSI

E' uno degli errori più frequenti quando si fotografano le persone. Se non si sta particolarmente attenti si scatta proprio quando il soggetto sta battendo le ciglia. Il risultato è una foto con... gli occhi chiusi, parecchio brutta. Avviene particolarmente con le macchine digitali che hanno qualche frazione di secondo di ritardo tra il momento in cui si schiaccia il bottone di scatto e quello in cui la foto viene effettivamente scattata.
Non resta che stare attenti ed è buona norma scattare più di una sola immagine: l'una o l'altra verrà con gli occhi aperti (o almeno si spera).


   PROSPETTIVA DISTORTA

Quando un edificio viene fotografato da vicino e dal basso assume la classica forma a piramide (foto 1). Si tratta di un effetto di prospettiva che si verifica anche quando guardiamo ad occhio nudo, ma che viene amplificato in fotografia. In particolare da quegli obiettivi fotografici che hanno l'effetto di 'allontanare' riuscendo a prendere una porzione maggiore di immagine (si chiamanograndangolari). 
L'unico rimedio alla portata del dilettante è quello di allontanarsi e riprendere l'edificio da una certa distanza, usando lo zoom o un  teleobietivo (foto 2). 
Se è possibile si può anche salire su un edificio vicino a quello da fotografare per scattare la foto da una certa altezza. I professionisti rimediano con obiettivi speciali (molto costosi) che muovendo le lenti anteriori riescono a raddrizzare le linee della prospettiva.


    PELLICOLA 'COTTA'

Il calore è il principale nemico della pellicola fotografica. Perquanto le pellicole moderne siano sempre più resistenti agli sbalzi di temperatura, se lasciate esposte a lungo a fonti di calore, o all'interno di ambienti molto caldi, esse subiscono variazioni chimiche che compromettono le immagini. Di solito variano i pigmenti che formano il colore e si abbassa anche la soglia di sensibilità. 
Le vostre immagini, nella migliore delle ipotesi, assumeranno evidenti e poco gradevoli sfumature di violetto o di giallo-verde.
Attenzione quindi a non lasciare la pellicola o la fotocamera all'interno dell'auto parcheggiata a lungo al sole. 

Se proprio non potete fare a meno di lasciarla in macchina mettetela nel punto più interno del bagagliaio dentro una borsa fotografica, in una scatola di polistirolo (bene quelle dei gelati) o, meglio ancora, in uno di quei contenitori termici di solito usati per le bibite.
E per le digitali che non hanno la pellicola si può stare tranquilli? 

La risposta è No! Per quanto sia meno probabile anche gli elementi sensibili delle fotocamere digitali, ed altri circuiti, possono subire danni (in tal caso irreversibili) se esposti a forti fonti di calore. Non bisogna dimenticare che all'interno di un'automobile lasciata al sole d'estate si possono raggiungere anche i 60 gradi! - PS: Non lasciateci il cane!!


     CONTROLUCE

I sistemi di esposizione delle moderne fotocamere calcolano l'esposizione, cioè la quantità di luce che deve andare sulla pellicola (o sull'elemento sensibile della digitale), con  processori interni ed elaborati calcoli. Tuttavia il problema della presenza contemporanea nell'immagine di zone di luce molto differenti (molto illuminate e pochissimo illuminate) non è stato ancora risolto del tutto. 
Se per esempio si inquadra un soggetto con il sole alle spalle 9 volte su 10 si ha una notevole sottoesposizione della figura che quindi verrà molto scura. 
Per evitarlo è necessario usare il flash anche di giorno (è il cosiddetto fill-in) o, meglio, controllare manualmente l'esposizione, misurando solo la luce che colpisce il soggetto principale. 
Ma per chi ha cominciato a fotografare da poco il metodo più semplice e rapido è sicuramente quello di girare intorno al soggetto ed inquadrarlo in modo che esso non abbia il sole alle spalle. Si esclude così dall'inquadratura la fonte luminosa e la macchina fotografica 'legge' solo (o prevalentemente) la luce del soggetto principale, senza 'impazzire'.


    IMMAGINE MOSSA

Che peccato! Era così bello quel paesaggio che abbiamo fotografato dal finestrino dell'auto ed invece la foto è così confusa! E' semplicemente successo che il tempo di esposizione  è stato troppo lungo e l'immagine è venuta mossa. Questo accade quando l'esposimetro della macchina fotografica (quello che stabilisce quanta luce deve entrare al momento dello scatto) 'vede' che la luce della scena è poca e per compensarla allunga troppo il tempo di scatto. 
Il rimedio è di fare in modo, con una regolazione manuale, di non scendere al di sotto del tempo di scatto di almeno 1/200° di secondo. 
Se poi la vostra fotocamera ha la selezione di vari 'programmi' di esposizione forse avete sbagliato a selezionare il programma. Per fare foto in movimento è necessario usare un programma che selezioni un tempo di scatto veloce, denominato, secondo i casi, Sport oMovimento o con parole simili, in genere in inglese. Il programma Paesaggio non va bene in questo caso perché si riferisce ad una fotografia fatta 'da fermo' (leggete i libretto di istruzioni!).
Ma, ancora una volta, per chi non se ne intende troppo, c'è una soluzione più a portata di mano: fermare l'automobile (se è possibile e senza intralciare il traffico...) e fotografare con tutta calma!


  IMMAGINE SFOCATA

La stragrande maggioranza delle fotocamere moderne è autofocus possiede cioè un sistema di messa a fuoco automatica. Perquanto tali sistemi siano oggi di gran lunga migliori di quelli di alcuni anni fa, a volte vanno ancora in tilt (almeno quelli meno sofisticati), producendo così immagini sfocate. 
Può succedere ad esempio quando si fotografa attraverso una rete o un vetro non del tutto trasparente, quando il soggetto è in veloce movimento o quando nell'inquadratura sono presenti taluni elementi grafici ripetitivi, superfici specchiate, riflessi. Può inoltre accadere quando la luce non è sufficiente.
ast, strong 
In tutti questi casi è sicuramente meglio selezionare la messa a fuoco manuale, se la fotocamera ne è dotata. Infatti una volta fatta la fotografia, sia essa su pellicola o digitale, la sfocatura non si può più correggere e nemmeno i programmi di fotoritocco professionali possono porvi rimedio.





     IMMAGINE SOVRAESPOSTA

Una fotografia sovraesposta (in gergo fotografico bruciata) appare troppo chiara e nelle zone più luminose dell'immagine i particolari non risultano visibili a causa della eccessiva luce. Al momento dello scatto in sostanza è passata più luce di quanto fosse necessaria. I motivi possono essere diversi. Se si è usata la fotocamera in automatico forse l'esposimetro (il dispositivo che misura la luce) non funziona bene o qualcosa lo ha sregolato. Per esempio potrebbe avere influito un grosso oggetto scuro vicino alla zona dell'immagine.
Se la macchina è stata usata con la regolazione manuale sicuramente si è sbagliata l'impostazione del tempo di scatto o del diaframma. Per correggere un'immagine sovraesposta non c'è molto da fare. Si può tuttalpiù farla stampare di nuovo. Il laboratorio fotografico al momento della ristampa cercherà di correggerla, almeno nei limiti del possibile.   Se si tratta di un'immagine ottenuta da una fotocamera digitale si può tentare di correggerla un pò con un programma di ritocco fotografico.


    IMMAGINE SOTTOESPOSTA

Caso analogo ma opposto al precedente. Si tratta di una foto che appare troppo scura perché, al momento dello scatto, è passata troppo poca luce. Anche qui le regolazioni sono state ingannate da qualcosa: ad esempio una vasta superficie chiara. E' un caso piuttosto frequente quando si fotografa al mare in pieno sole o sulla neve perché l'esposimetro può essere ingannato dalla molta luce presente nella scena chiudendo più del necessario il diaframma. Oppure si può essere trattato di un nostro errore. 
Anche in questo caso il laboratorio fotografico potrebbe ristampare l'immagine cercando di correggerla un pò.  O, se si tratta di una foto digitale, si può tentare di fare qualcosa con un programma di fotoritocco.


   RIFRAZIONE (in inglese Flare)
>Capita a volte che, nelle fotografie controluce, appaiano sull'immagine strani punti luminosi. Non si tratta di Ufo, ma più semplicemente dei raggi del sole che, basso sull'orizzonte, penetrano nell'obiettivo con un'angolazione tale da creare una serie di riflessi sulle lenti. 
Gli obiettivi delle macchine fotografiche sono in genere corretti con particolari strati antiriflesso allo scopo di minimizzare il fenomeno, tuttavia con le fotocamere più economiche ciò avviene con maggiore frequenza. 
Rimediare è semplice: basta usare un paraluce che estendendo l'obiettivo ne protegge i contorni dai riflessi indesiderati. Semprechè la vostra macchina fotografica abbia la possibilità di montarlo, altrimenti è necessario fare un pò più di attenzione evitando di scattare controluce oppure cercando di riparare dalla luce con una mano l'obiettivo della fotocamera (ma attenzione che la mano non si veda nell'inquadratura!).

L'effetto della rifrazione nelle immagini in controluce

     FILI E PALI

Paesaggi bellissimi vengono letteralmente rovinati da fili e pali presenti anche là dove meno ci si aspetterebbe di trovarli. 
E' l'ulteriore dimostrazione di quanto sarebbe necessario avere maggiore cura dell'ambiente.
Una foto attraversata da fili o deturpata da pali e piloni elettrici è irrimedibilmente brutta e dà a chi la guarda un notevole senso di fastidio. 
Al fotografo non resta che evitare di far entrare nelle sue immagini questi elementi facendo molta attenzione, al momento dello scatto, a quanto appare nel mirino o nel monitor della digitale. A volte è sufficiente spostarsi di qualche passo o cambiare inquadratura ma, se proprio non c'è altro rimedio, è sicuramente meglio...  rinunciare a scattare la foto!


    PERSONE 'TAGLIATE'

E' molto brutto quando nella nostra fotografia che ci sembrava perfetta compare sul margine una persona estranea e per giunta 'tagliata a metà' come nell'immagine accanto. Questo risultato si ha quando si fotografa con troppa fretta, senza prestare molta attenzione a ciò che si inquadra. 
Il dilettante spesso si concentra solo sul soggetto principale della sua immagine, tralasciando di osservare se nell'inquaratura ci sono elementi estranei. 
Attenzione quindi: inquadrate bene ed assicuratevi che nell'inquadratura ci sia solo quello che effettivamente ci deve essere. La vostra foto sarà sicuramente molto più bella.


   ERRORE DI PARALLASSE

Quando si fotografa da molto vicino può accadere che la porzione di immagine inquadrata dal mirino sia leggermente differente dalla porzione di immagine inquadrata dall'obbiettivo. E' il cosiddetto errore di parallasse. In pratica nell'immagine finale l'inquadratura risulta spostata rispetto a ciò che si vede nel mirino.
Per esempio il fiore della foto accanto appariva per intero nel mirino, mentre l'immagine ne ha riprodotto solo una parte.
Il caso è frequente quando si fanno fotografie con macchine compatte e si inquadra da molto vicino col normale mirino ottico. Non accade invece usando altri tipi di mirino come quelli delle macchine reflex, con cui si inquadra esattamente la stessa porzione di immagine che finisce sulla foto finale.


   ERRATO BILANCIAMENTO DEL BIANCO NELLE FOTOCAMERE DIGITALI

Nelle fotocamere digitali bilanciare il bianco significa fare in modo che il colore bianco venga riprodotto in modo perfetto senza assumere quindi colorazioni particolari. 
La luce, al nostro occhio, sembra sempre uguale anche con fonti luminose diverse. In realtà può essere molto differente (ad esempio la luce del giorno e quella di una lampadina hanno colorazioni totalmente differenti) e questo richiede di volta in volta una correzione del bianco per fare in modo che anche tutti gli altri colori vengano riprodotti nel modo più corretto.  
Questa operazione in genere avviene automaticamente, ma nelle fotocamere più evolute spesso c'è anche la possibilità di un controllo manuale. 
A volte si possono verificare degli errori perchè le luci sono spesso di tipo misto e non sempre possono essere ben valutate dal sistema automatico. Con un po' di esperienza ed una regolazione manuale generalmente si riesce ad ovviare all'inconveniente. 
Se la foto è già stata fatta si può tentare di correggerla (ma di poco) con un programma per fotoritocco.
Le fotocamere analogiche tradizionali non hanno questo problema perchè il bianco è già calibrato nella pellicola e, se occorre, può essere corretto anche durante la fase di stampa delle fotografie.


   FOTO DI INTERNI
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Qualè la differenza tra la foto n.1 e la foto n.2 ?
Nella n.1 l'esposimetro della macchina fotografica si è lasciato influenzare dalla luce più forte, quella che si trova all'esterno della stanza; in tal modo gli interni, dove la luce invece era scarsa, sono stati riprodotti completamente neri.
Nella foto n.2 il fotografo è intervenuto con una correzione manuale, aumentando a mano il diaframma di uno o due valori, oppure scegliendo un programma di esposizione tale che l'esposimetro desse la prevalenza della lettura alla parte interna della scena. 

In molte fotocamere tenendo premuto a metà il pulsante di scatto si può misurare prima la luce che colpisce una parte interna della scena, come ad esempio il pavimento, e poi, mantenendo la lettura fatta, spostare l'inquadratura e scattare la foto vera e propria. 
Ovviamente nell'ipotesi n.2 le parti esterne della scena, che sono molto più illuminate, verranno riprodotte più chiare del reale.
Un modo per salvare capra e cavoli è quello di usare un flash di schiarita (il cosiddetto fill-in). Per scoprire come fare leggete il libretto di istruzioni della vostra fotocamera.